Internet rende le persone più pigre e riesce a farlo in pochissimo tempo. A dimostrarlo, l’esperienza di un villaggio in Amazzonia
Elon Musk non ha confini e nemmeno i suoi satelliti. Il nostro Iron Man è riuscito a puntare i suoi starlink sull’Amazzonia, portando internet in una comunità isolata dal resto del mondo per secoli. I Marubo erano contemporaneamente contenti e in stato di shock, improvvisamente, una gigantesca finestra sempre disponibile si è aperta all’interno del loro piccolo mondo. Ma le conseguenze non sono state piacevoli.
“Da questi schermi si apriva un mondo a noi sconosciuto. Come le chat con i propri cari lontani e la possibilità di chiedere aiuto in caso di emergenza. Ma le cose ora sono peggiorate”
Sono queste le parole che una donna della comunità Marubo ha rivolto a due cronisti del New York Times. Una finestra sul mondo, quella aperta dal web, che però ha peggiorato le condizioni di vita invece di migliorarle. Perchè? Perché l’accesso a internet ha reso le persone pigre, apatiche e ha diminuito il loro desiderio di lavorare.
“Sono tutti lì, concentrati sui telefonini. Sono diventati pigri. Non parlano, non lavorano, non si muovono. Sono come imbambolati. Scorrono le immagini, leggono con il traduttore, navigano ore e ore immersi in un coma che spaventa”
Nulla di nuovo per noi, italiani, europei, statunitensi. Siamo più che abituati a queste immagini, soprattutto quando si tratta di adolescenti. Ma noi non abbiamo vissuto uno shock culturale, almeno dalla generazione dei millennials in poi. Il nostro è stato un percorso che, dalla ruota, ci ha portati al web. Abbiamo avuto il tempo di integrarlo delle nostre vite gradualmente e, oggi, davanti agli zombie del web, ipnotizzati dai social media, sappiamo cosa fare. Gli stessi colossi, Meta, Google e TikTok, hanno nel tempo introdotto delle misure a tutela dei minori e i servizi disponibili su smartphone e tablet si fanno sempre più informativi ed educativi. Ciò non toglie che la nostra stessa società sia stata plasmata dalla tecnologia che, non va demonizzata, certo, ma bisogna essere educati all’uso degli strumenti che l’innovazione ci regala. La stessa AI è un prodotto stupefacente della tecnologia ma, l’uso incontrollato e privo di normative, potrebbe risultare, come lo stesso Musk ha affermato, molto pericoloso.
“Internet per noi è stato come un terremoto. Non abbiamo avuto il tempo di capire, studiare, imparare a usarlo. È stato uno shock “
Un terremoto da cui nessuno desidera riprendersi. La rivoluzione culturale è iniziata nel piccolo villaggio da 2000 abitanti e non può essere fermata. “Supereremo anche questoma non toglieteci internet”.
Il tema è stato controverso anche nel nostro mondo, i videogiochi fanno bene o male?
Come per ogni cosa la risposta è: dipende. Dipende dall’uso che se ne fa e con quale consapevolezza. Se i videogiochi sono il modo per nascondersi dalla realtà potrebbe effettivamente diventare un problema ma se, come per la maggior parte dei casi, vengono utilizzati come strumento di svago, incontro e educazione - sì ormai sono sempre più i giochi che consentono di imparare qualcosa di nuovo e in moltissimi ambiti - in realtà, il mezzo videoludico potrebbe quasi essere consigliato. A chi? a tutti queglòi adolescenti che fanno fatica a relazionarsi, magari per semplice timidezza e che, attraverso il web e lo schermo, riescono invece ad intessere relazioni che sesso e volentieri giungono nel mondo reale.
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