Tra circa 9 mesi il blocco del social cinese sarà effettivo, ma potrebbero esserci nuove rivelazioni
Una piccola guerra fredda più che un dibattito parlamentare, è così che la saga Usa vs TikTok si configura oggi, subito dopo l’approvazione da parte del Senato americano del disegno di legge che blocca il celebre social media made in Cina. Nessuno stupore a ridosso della votazione che ha visto ben 79 senatori votare a favore del blocco. Il dibattito non è di certo nuovo negli Usa e lo spauracchio del governo cinese che spia i cittadini americani basta a rendere scontato il gesto del Senato. E invece per rendere la decisione ancora più certa, il decreto TikTok è stato associato al provvedimento che conferma gli aiuti in Ucraina. Insomma, una mano lava l’altra. E ora tocca a Biden.
Il Governo cinese è il grande nemico dei preziosissimi dati americani e il vello d’oro delle informazioni sarebbe proprio TikTok, il social media controllato dalla cinese ByteDance.
Gli americani non amano ingerenze esterne, lo sappiamo e la situazione si aggrava quando a sbirciare sono i rossi, i pericolosissimi cinesi comunisti. Ma nella terra della libertà non si può lottare a suon di divieti e così, il governo Usa sceglie di essere propositivo e offrire un'alternativa: o ByteDance vende quote a società americane per poter continuare ad operare sul territorio o TikTok sarà messo al bando. Il tira e molla non ha avuto nemmeno una vera e propria fase iniziale e il bandolo della matassa è arrivato direttamente al Parlamento. Oggi, 23 aprile, possiamo dirlo ufficialmente: TikTok sarà bloccato in America.
Ma… c’è un grosso, grossissimo ma: il tempo. Dopo l’approvazione da parte del Senato il disegno di legge per essere effettivo ha bisogno della firma del Presidente Biden e, per quanto si sia detto più che pronto a firmare, “firmerò questo DDL non appena arriverà sulla mia scrivania”, l’entrata in vigore della legge arriverà al termine di 9 mesi dalla firma del Presidente. 9 mesi per cui è già stato previsto un rinvio di ulteriori 3. Questo tempo sarebbe a tutti gli effetti a disposizione di ByteDance per decidere di cedere quote in favore di società statunitensi e quindi, evitare la messa a bando. Non solo, il tempo è una merce preziosissima in questo momento, soprattutto in America e la ragione risiede, o meglio, risiederà, proprio alla Casa Bianca. Non è escluso infatti che, tra rinvii e proroghe, quando si arriverà alla effettiva data di scadenza, ci sarà stato un cambio di vertice e, a capo della Casa Bianca, avremo Donald Trump, ex nemico di TikTok e oggi contrario al decreto blocco.
Quando parliamo di guerra fredda sappiamo che nelle menti di tutti c’è la contrapposizione Usa/Russia. La guerra, durata anni, si è configurata spesso come una guerra di valori e prospettive, capitalismo vs comunismo, libertà vs dittatura, fatto sta che il nemico aveva un colore ben preciso, il rosso. Oggi è nettamente più semplice guardare alla Russia come il grande villain della storia, c’è una guerra in corso a testimoniarlo. Ma, in questi anni, complice la rapida crescita economica e l’invasione massiccia nei mercati mondiali di prodotti made in China, la nazione del sole rosso - ce lo ha insegnato Il Problema dei 3 corpi, da recuperare su Netflix - è la protagonista della nuova guerra fredda condotta dagli Stati Uniti a suon di post. Già negli anni della presidenza Trump, social media come TikTok e Wechat, avevano subito la gogna pubblica ed erano stati accusati di essere strumenti di spionaggio ideati dal governo cinese e infiltratisi tra le sane abitudini americane. Se pensate che sia una ossessione esclusiva di Donald Trump, nemico giurato dell’immigrazione in Usa, beh, Biden non è stato da meno. Non solo TikTok ma ogni piattaforma di proprietà straniera è invisa al governo statunitense. I dati degli utenti americani sono troppi e troppo preziosi per essere condivisi da chicchessia, certo i cinesi proprio no.
Eh no, a quanto pare i nostri dati non sono nè più nè meno a rischio usando TikTok di quanto non lo siano usando qualunque app di Meta. Nello specifico sappiamo che i dati degli utenti europei di TikTok sono custoditi tra Irlanda e Norvegia e sono sorvegliati da una società britannica. Ma il caso TikTok in Usa è un caso di “sicurezza nazionale”. E se le cose non stessero esattamente così? Secondo Repubblica, la vera ragione del blocco al social cinese riguarderebbe l’uso che ne fanno gli americani. A quanto pare TikTok è utilizzato soprattutto come strumento di informazione e la ricerca, in costante crescita, è quella di news. Al contrario, i social targati Meta, stanno diminuendo lo spazio dato all’informazione per non dover condividerne i ricavi con le testate giornalistiche. Per Meta è un’operazione in perdita, per TikTok no. Ma a guadagnare sarebbe solo la Cina. Inaccettabile no?
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