Recentemente c'è stato il lancio di MetaSaint, il gioco creato da un prete cattolico per portare il Vangelo alla generazione Alpha
MetaSaint arrivato questo giovedì Santo su Roblox perché il suo ideatore, Padre Galea ha scelto di usare il mezzo videoludico per raggiungere la generazione Alpha e i 70 milione di utenti della piattaforma e comunicare loro la bellezza del Vangelo. Padre Galea non è nuovo a iniziative per raggiungere i giovani, in passato ha partecipato alla Giornata Mondiale della gioventù dove si è esibito in veste di cantante e ha partecipato a Australia’s Got Talent. Direi che possiamo non sorprenderci troppo ora che ha scelto di aggiungere i videogame alla lista dei tentativi per appassionare i giovanissimi alla vita di Gesù.
Obiettivo, raggiungere la generazione Alpha, ma dove si trova? Non è sui social network, non partecipa a troppi eventi quindi dove andare? Si sarà chiesto Padre Galea. La risposta è semplice, su Roblox nel mezzo di una platea da 70 milioni di utenti giornalieri. Nasce così MetaSaint, un'esperienza interattiva basata proprio sulle dinamiche di Roblox.
“Progettato insieme a Dubit, uno studio leader di giochi, MetaSaint presenta una cattedrale virtuale con spazio per la preghiera, la riflessione e la lettura delle Scritture. Gli utenti possono anche giocare e raccogliere tesori, nonché visitare scene della Bibbia. Al termine dell'esperienza potranno decidere se vogliono diventare Metasanti accendendo una candela virtuale e ricevendo un paio di ali d'angelo”.
Il prete rassicura anche le famiglie dei giovani giocatori, MetaSaint non prevede interazioni tra i giocatori ed ha altissimi livelli di sicurezza per proteggere i giovanissimi che sceglieranno di giocare il videogame.
Se pensate che MetaSaint sia un titolo unico nel suo genere, beh, vi sbagliate. Qualche anno fa è stato lanciato il gioco I am Jesus Christ e sì, all’interno del gioco potrete interpretare Gesù e fare miracoli. La descrizione del gioco condivisa dagli sviluppatori recita più o meno così:
“Cammina nei panni di Gesù in questo incredibile racconto in prima persona della storia di Cristo, dalla nascita alla resurrezione. Compi fantastici miracoli, interagisci con un cast di figure bibliche e viaggia nella Terra Santa, da Gerusalemme alla Galilea. Diventa il Messia in I Am Jesus Christ”.
E ancora
“Sei pronto a lottare contro Satana nel deserto, a curare i malati e aiutare i bisognosi? Compi oltre trenta iconici miracoli, dal cibare i cinquemila a curare la lebbra, fino al placare il mare e al ridare la vista ai ciechi.»
Come se non bastasse, all’interno del gioco sarà presente un indicatore dello Spirito Santo che monitorerà la quantità di energia necessaria a compiere miracoli. Il videogame vi porterà quindi nel cuore del deserto per vivere un’avventura? Una storia, al termine della quale, spoiler, è prevista la Resurrezione. E quale momento migliore della Pasqua per giocare?
Le opinioni sono contrastanti tra chi vede nei videogiochi dedicati alla storia di Gesù e alla Bibbia un’opportunità di conoscenza e chi, invece, lo considera un atto al limite del sacrilego.
In una serie di interviste riportate da Il Messaggero, alcuni preti hanno dato la loro visione e espresso il loro parere.
“Perché no! Se per una volta la narrazione è ben lontana dalla violenza, dalla dissacrazione dei nostri valori, e si propone di far passare un messaggio positivo, un racconto che possa anche avvicinare i giovani alla fede, alla Chiesa, ben venga il gioco commenta don Maurizio Patriciello, parroco di Caivano, promuovendo almeno nelle intenzioni il videogame ma sottolinea «non ho visto nemmeno il trailer online del gioco”
“È veramente dissacrante, ma ormai si è perso tutto il senso del sacro» è invece il commento di padre Antonino Mascali, giovane parroco carmelitano della Chiesa Nostra Signora del Carmine di Cagliari, alla notizia del videogioco che simula la vita di Cristo. «Si sta passando dal togliere le croci da scuole e uffici pubblici e invocare Gesù o Maria per delle elezioni politiche, al trasformare Gesù in un videogioco che addirittura simula i miracoli. E intanto perdiamo la bellezza della domenica come giorno in cui, come cristiani, siamo chiamati a celebrare Dio. I primi a non aver rispetto del nostro essere cristiani - afferma padre Mascali - siamo noi stessi. Non lamentiamoci se poi gli altri non ci rispettano”
Insomma, ogni pubblicità è una pubblicità positiva? Va tutto bene basta che se ne parli?Non lo sappiamo, certo è che vale la pena provare, fosse solo per provare a fare miracoli e combattere Satana.
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