L’attrice e attivista per i diritti della comunità LGBTQIA+ interpreterà l’astronauta Sally Ride, la prima americana nello spazio
Un progetto che sarebbe riduttivo definire ambizioso quello che prevede la produzione di The Challenger, la serie tv dedicata alla storia di Sally Ride, prima donna americana e membro della comunità LGBTQIA+ ad andare nello spazio. Alle spalle della serie due big tra le case di produzione, la Big Swing Production e la Amblin di Spielberg.
L’attrice che ha raggiunto la fama internazionale grazie al franchise di Twilight, tratto dalla omonima serie di romanzi fantasy, ha poi preferito dare una svolta alla propria carriera, scegliendo produzioni indipendenti e film impegnati. Kristen Stewart è spesso stata un personaggio celebre per le informazioni trapelate sulla sua vita privata. Prima a causa della storia, seguitissima dai fan di Twilight con la co-star Robert Pattinson, recentissimo interprete di The Batman e poi per il tradimento, ai danni del povero Edward Cullen, con il regista del film Biancaneve e il cacciatore, dove la Stewart recitava al fianco di Chris Hemsworth.
Ma quello è ormai un periodo lontano e sepolto nel passato di Bella Swan. Oggi Kristen, forte del suo coming out pubblico, è felicemente impegnata con la sceneggiatrice Dylan Meyer con cui, dice, vorrebbe anche avere dei figli. Ma, tornando alla sua carriera, c’è almeno una cosa che Kristen non ha mai fatto ed è, per l’appunto, partecipare ad una serie tv. Il tipo di produzione seriale non ha mai interessato l’attrice che ha sempre scelto - da Twilight in poi- con cura i progetti a cui prendere parte.
Con The Challenger, il progetto dedicato al primo gruppo inclusivo di astronauti americani, sembra essere arrivata per Kristen, la volta buona. The Challenger rappresenta infatti la sintesi dei criteri che la Stewart ha recentemente adottato per la sua carriera, case di produzione serie e coraggiose, progetti inclusivi e storie importanti in cui poter esprimere anche il suo impegno per i diritti civili. Bisognava arrivare alla Nasa per trovare un progetto simile ma, alla fine, Kristen ci è riuscita.
“Abbiamo lavorato su questo progetto dal 2017, io, Meredith e Valerie [Stadler], concentrandoci sulla nuova classe di astronauti reclutata dalla NASA nei primi anni ’70. Sally Ride faceva parte di quel gruppo, e il focus è su questi astronauti innovativi e diversi. Raccontiamo anche la storia della Rogers Commission, che ha investigato il disastro dello space shuttle Challenger e di cui Ride ha fatto parte. Sally Ride è diventata un’eroina immediata dopo aver volato sullo space shuttle nel 1983, ma la gioia è stata di breve durata quando, tre anni dopo, il Challenger è esploso, uccidendo tutti e sette i membri dell’equipaggio”
A parlare è Kyra Sedgwick, CEO di Big Swing Production che da 7 anni cerca di realizzare il progetto della serie tv. Una storia importante tratta dal libro The New Guys, scritto da Meredith E. Bagby che racconta le vicende a cavallo tra gli anni 70 e 80 in cui la Nasa per la prima volta decise di arruolare astronauti di diverse etnie, sesso e condizione sociale. Sally Ride è stata infatti la prima donna americana ad andare nello spazio e, a questo primato, va aggiunto il fatto che fosse membro della comunità LGBTQIA+. Dopo il disastro dello Shuttle Challenger, la Ride fu scelta quale membro della commissione che ebbe il compito di indagare sull’accaduto.
Fu lei alla fine ad identificare il fattore che causò l’esplosione, si trattava degli o-ring che, a quanto pare, si irrigidiscono a basse temperature. Secondo quanto raccontato da Sedgwick, Kristen Stewart “Non ha mai fatto televisione, ma quando ha letto questo, è diventata ossessionata dal raccontare la storia di Sally Ride dalla sua prospettiva unica“. Mancava solo un ultimo pezzo del puzzle, una società che affiancasse quella della Sedgwick per la produzione, e quale migliore compagnia se non la Amblin di Spielberg?
“Abbiamo pensato, cosa c’è di meglio che coinvolgere Steven Spielberg per raccontare questa storia ispiratrice degli astronauti che hanno influenzato una nuova generazione di esploratori dello spazio?”
Era la mattina del 28 gennaio 1986 quando lo space shuttle Challenger esplose causando la morte delle persone a bordo. La responsabilità, ora lo sappiamo, fu degli o- ring che causarono un esplosione decisiva dopo 73 secondi di volo. Ad essere precisi, non ci fu una vera e propria esplosione, lo shuttle e il serbatoio vennero immediatamente disintegrati dalle forze aerodinamiche, a bruciare fu il carburante immagazzinato per il viaggio.
I membri dell’equipaggio non morirono immediatamente, le cause e i tempi non sono certi, fatto sta che, a seguito dell’incidente, tutti i membri dell’equipaggio persero la vita, inclusa la prima insegnante a bordo di uno space shuttle che avrebbe dovuto tenere in diretta, la prima lezione dallo spazio.
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