Hideo Kojima è uno dei più ammirati e celebrati sviluppatori di sempre. Scopriamo la sua storia e l’origine dei suoi giochi più amati
Sviluppatore, creativo, produttore, sognatore. Kojima è tutto questo e molto di più. La sua è una storia di successi e di impegno per creare alcune delle saghe più amate del mondo videoludico.
Hideo nasce a Tokyo nel 1963, ma fin da bambino è costretto a frequenti spostamenti a causa del lavoro di suo padre, impiegato in un’azienda farmaceutica. Gli spostamenti diventeranno ancora più frequenti quando, da piccolissimo, Hideo deve affrontare la morte del padre a soli 10 anni. Il giovane cresce passando spesso momenti di profonda solitudine in cui cresce la sua passione per l’arte e il disegno. E infatti, il giovanissimo Kojima, inizia ad ipotizzare per lui una carriera proprio nel mondo artistico, suscitando le ire della sua famiglia che, da tradizione, lo sprona a ricercare una carriera più sicura. Ma Hideo non demorde e inizia ad inviare a riviste e giornali alcuni racconti, che costituiranno il nucleo principale delle storie che racconterà in età adulta. La passione pel le storie e per l’arte trova subito la perfetta sintesi nel mondo del cinema.
«Il 70% del mio corpo è fatto di film.»
Hideo decide di iscriversi comunque all’università e sceglie di frequentare un corso di economia. E proprio durante gli anni universitari scopre il mondo dei videogiochi. Uno in particolare diventerà non solo il suo titolo preferito ma anche, come dirà lui stesso, la sua principale fonte di ispirazione. Si tratta del leggendario Super Mario, il gioco che, anche all’interno di una giovanissima industria del gaming, riuscì a conquistare il grande pubblico rivoluzionando il settore. Con Mario, Kojima, scopre che quella dei videogame è la strada fatta per lui.
Kojima entra come sviluppatore all’interno dell’azienda Konami ma lì le sue idee vengono considerate troppo innovative. Questo e alcuni limiti tecnologici dell’epoca, spingono Kojima a lasciare il suo incarico e tentare la sorte conquistando la Nintendo. La prima vera svolta arriverà solo a fine anni 80, quando gli verrà permesso di lavorare alla serie Metal Gear. Il gioco, dalla trama complessa e intricata, gameplay unico e tecnologia tra le più all’avanguardia del momento, è un successo immediato. Metal Gear apre finalmente le porte del vero gaming per Kojima. Quando Sony lancia la 3 dimensioni all’interno del mondo Playstation, Kojima capisce che è iniziata una nuova era e, ormai, è pronto a dare vita ad un nuovo capitolo di Metal Gear: Metal Gear Solid.
“PlayStation è apparsa sul mercato giapponese alla fine del '94. Mancava ancora una cultura autenticamente tridimensionale. Fino a sei mesi prima nessun programmatore sapeva cosa fossero i poligoni. In questo senso, l'uscita di Resident Evil ha rivoluzionato l'intero settore. [...] Lo staff di programmatori che ho coordinato è giovane. Metal Gear Solid rappresenta il primo gioco in assoluto per molti di loro. Io stesso non avevo mai creato un gioco interamente tridimensionale prima. In altri termini, siamo partiti da zero”
Hideo è a questo punto lo sviluppatore più apprezzato e celebrato del mondo gaming ed è pronto per fare il salto di stato: nasce la Kojima productions e con lei i titoli che segneranno maggiormente il nuovo stile del genio creativo: Silent Hill, realizzato in collaborazione con il regista Guillermo del Toro e Death Stranding. Entrambi i titoli costituiranno un unicum nei videogiochi per mix di trama, gameplay e tecnologia portato Kojima al confine tra il cinema e l’intrattenimento.
Se volete addentrarvi ancora di più nel mondo di Kojima, vi consigliamo la lettura di un suo libro in cui esplora le sue più grandi passioni e le rilegge nell’ottica della cultura pop, identificando il concetto di meme come maggiormente esemplificativo del nostro tempo.
“Una raccolta di saggi e ricordi di Hideo Kojima, il visionario genio creatore di alcuni dei videogame più venduti di sempre. Kojima ci rende partecipi del suo rapporto con la cultura pop e per farlo si rifà al concetto di "meme", elemento condivisibile da tutti, che crea un'immediata connessione con chi abbia avuto la stessa esperienza. Ed ecco che libri, film - il preferito è "2001: Odissea nello spazio" - e musica, così come gli anime che adorava nell'infanzia legano immediatamente il lettore al laboratorio di Kojima, ricordandoci che esiste, intorno a ognuno di noi, un mondo pronto a essere trasformato e a trasformarci ogni volta che scegliamo un libro o cambiamo playlist sul nostro cellulare”.
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