Decisione unanime ai vertici aziendali di casa Rai: il conduttore televisivo torna alla conduzione e alla direzione artistica del Festival della canzone italiana
La Rai non sceglie un cambio di guarda ma al contrario conferma il ritorno di Carlo Conti in veste di conduttore e direttore artistico del Festival di Sanremo. Secondo quanto riportato da Ansa, sarebbe stata unanime la decisione ai vertici aziendali, tra l'Amministratore delegato Roberto Sergio e il Direttore generale Giampaolo Rossi, in accordo con il Direttore Intrattenimento Prime Time Marcello Ciannamea. Dopo le edizioni del 2015, 2016 e 2017, Carlo Conti torna dunque alla guida del Festival per ben due anni.
Carlo Conti torna ufficialmente al timone del Festival della canzone italiana. Già sue le conduzioni del 2015, 2016 e 2017 ma, evidentemente, la Rai ha preferito optare per una scelta familiare e dunque in un certo senso “sicura”. Si azzera di conseguenza il toto nomi, che aveva visto tra i favoriti anche Alessandro Cattelan e Stefano De Martino.
Tuttavia la Rai ci tiene comunque sottolineare che non si tratta di un “semplice” ritorno tra le mura del Festival, bensì di una nuova sfida che porta con sé l’obiettivo di continuare a promuovere e valorizzare le nuove tendenze. Eppure, particolari cambiamenti rispetto ai pronostici, per ora, non se ne vedono. Le indiscrezioni, infatti, suggeriscono che il conduttore non sarà solo sul palco: con lui, molto probabilmente, troveremo anche Giorgio Panariello e Leonardo Pieraccioni, amici e colleghi di lunga data. Tutto come previsto.
In ogni caso, il direttore artistico, secondo quanto trapelato, sarebbe già al lavoro per un Festival con tante sorprese e novità. Ad essere decisamente discordanti ci pensano però le reazioni degli utenti sui social. “Carlo Conti alla conduzione di Sanremo? Avanguardia pura”, commenta un utente, citando Il Diavolo veste Prada. “Un conduttore come Cattelan o De Martino avrebbe dato freschezza al Festival”, scrive qualcuno. “Si torna indietro nel passato”, commenta ancora un'altra persona. E non hanno tutti i torti: dopotutto, è noto l’amore di Carlo Conti nei confronti degli anni Sessanta, Settanta, Ottanta e Novanta, epoche non a caso protagoniste del suo libro “Noi che... I migliori anni”.
“Noi che la merenda era pane, burro e zucchero. Noi che le buste del latte erano a forma triangolare. Noi che per vedere le gambe delle donne chiedevamo aiuto al vento. Noi che volevamo andare sull’isola di Wight e non sull'Isola dei famosi. Noi che la punizione peggiore era ‘a letto senza Carosello’”
Questa è solo una parte della lunga prefazione del libro “Noi che... I migliori anni” di Carlo Conti, pubblicato nel 2010, con rimandi alla trasmissione di successo omonima. Tra i periodi storici presi in esame dal conduttore anche e proprio gli anni Novanta: noi che - parafrasando la sua prefazione - “la punizione peggiore era a ‘a letto senza Nintendo’”.
Proprio così, perché è negli anni Novanta che nasce il Nintendo Entertainment System, meglio conosciuto come NES. La console Nintendo a 8-bit è da molti (se non da tutti) considerato il sistema che ha risollevato l'industria dei videogiochi dopo la crisi del 1983, soprattutto grazie al successo di titoli come Super Mario Bros e The Legend of Zelda e Metroid, di livello qualitativo superiore a quello dell'epoca e sulla cresta dell’onda ancora oggi.
Come se non bastasse, la console ha inoltre introdotto un modello lavorativo oggi adottato da tutti, ovvero quello di concedere a terze parti le licenze per lo sviluppo dei software. Insomma, una vera e proprio rivoluzione, nel mondo dei videogiochi. Rivoluzione che speriamo di ritrovare anche nella prossima edizione (anzi, nelle prossime due) del Festival di Sanremo.
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