Apple approva il ritorno degli emulatori delle console sul proprio app store aprendo un nuovo dibattito sull'emulazione e sul retro gaming
Apple cambia rotta per i suoi appstore dedicati al mondo IOS, MacOS, IpadOS e tutte le derivazioni legate all'info teinement della mela più amata del mondo, riguardo agli emulatori. Ma quali sono state le cause che hanno spinto Apple a questo retro front?
La mossa di Apple, di decidere, di lasciare libero spazio su i propri store digitali agli emulatori è stata presa con un po' di titubanza dagli analisti, i quali infatti hanno subito iniziato a far rimbalzare ogni tipo di idea sul web, con la più accreditata che vedrebbe i ragazzi di Apple pronti a correre ai ripari per evitare che gli store di terze parti possano prendere il sopravvento, mantenendo così ancora una sorta di controllo sul proprio mercato.
La questione ora diventa abbastanza spinosa, poiché gli emulatori che in teoria dovrebbero arrivare su IOS e co potrebbero essere ben oltre a quelli relativi al retro gaming vero e puro, con l'obiettivo di mantenere integro il patrimonio dei vecchi giochi ormai non più acquistabili, secondo alcune fonti questi sono solo alcuni degli emulatori che potremmo trovare su Apple: PS1, PS2, PS4, PSP, PS TV, PS Minis, GB, GBC, GBA, ND, 3DS, Switch, NES, SNES, N64, GameCube, Wii, Wii U, Xbox, Xbox 360, Master System, Genesis, CD, 32X, Saturn, Dreamcast, Game Gear, 2600, 5200, 7800, Jaguar, Jaguar CD, and Lynx.
Come facilmente si evince da questo lungo elenco, la questione che tenne banco poche settimane fa con Nintendo che vinse la causa contro Yuzu e Citra, di cui vi invitiamo a leggere l'articolo dedicato con annessa riflessione sul perchè l'emulazione dei videogiochi sia importante e quanto sia necessario che siano le stesse software house ad aiutare a mantenere intatto il patrimonio dei vecchi videogiochi; Apple sembra volersi nascondere dietro la maschere del " i pubblisher degli emulatori saranno responsabili di pubblicare app conformi alle normative vigenti" scaricando completamente il barile alle mani di chi crea queste app e passando la palla legale solo alle software house, come Nintendo, nell'occuparsi delle ripercussioni per eventuali violazioni.
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