La nuova trovata di Trump per attirare l'attenzione e screditare la sua rivale Kamala Harris, è servire patatine al McDonald's.
La scorsa settimana, Donald Trump ha stupito il pubblico con una mossa inaspettata: ha indossato un grembiule e si è messo a servire patatine fritte al McDonald’s di Feasterville-Trevose, in Pennsylvania. Il gesto, apparentemente un'operazione di campagna elettorale, ha attirato l'attenzione dei media e del pubblico. Tuttavia, dietro questo curioso evento c'è molto di più di una semplice visita a una catena di fast food.
Trump, noto fan del fast food e in particolare del McDonald’s, si è messo a lavorare al famoso "fry station" sotto la guida di un dipendente che gli ha mostrato come immergere le patatine nell'olio bollente, salarle e impacchettarle in modo rapido ed efficiente. Il gesto è stato chiaramente simbolico, con Trump che ha commentato ironicamente che il processo "richiede grande competenza". La scena si è trasformata rapidamente in una conferenza stampa improvvisata, dove l'ex presidente ha risposto alle domande dei giornalisti dalla finestra del drive-thru, un luogo decisamente inaspettato per una conferenza politica.
Il motivo dietro questa apparente improvvisazione è legato alla competizione elettorale contro la vicepresidente Kamala Harris. Trump ha infatti più volte criticato Harris per aver raccontato di aver lavorato in un McDonald’s durante i suoi anni di università, affermando, senza prove, che si tratti di una menzogna. Il suo gesto di servire patatine sembra essere una risposta diretta a quelle affermazioni, cercando di screditare la storia di Harris e attirare l'attenzione sulla sua campagna elettorale.
L'evento ha raccolto ovviamente una folla numerosa, con sostenitori di Trump che si sono radunati all'esterno del McDonald’s per assistere alla performance. Per Trump, McDonald’s non è solo un simbolo del sogno americano, ma anche una piattaforma per connettersi con l’elettorato. Durante la sua prima campagna presidenziale, l'ex presidente ha spesso parlato della sua preferenza per le grandi catene di fast food, sostenendo che garantiscono standard igienici e di qualità superiori rispetto ai piccoli ristoranti. Questo evento non è stato solo un modo per attirare i media, ma anche un’occasione per avere un contatto diretto con la classe lavoratrice americana, da sempre una delle sue basi elettorali più solide.
Oltre alla sfida indiretta a Harris, Trump ha usato l'occasione per elogiare i lavoratori del fast food, definendoli "grandi lavoratori" e riconoscendo il loro impegno. Tuttavia, ha evitato di rispondere a una domanda sulla possibilità di aumentare il salario minimo per i dipendenti del settore. Le sue dichiarazioni, seppur apprezzate da alcuni, hanno sollevato critiche da parte di chi lo accusa di sfruttare queste situazioni per il proprio guadagno politico, senza proporre soluzioni concrete per migliorare le condizioni dei lavoratori.
La visita di Trump ha riportato alla mente il videogioco "McDonald’s Videogame", una satira gestionale sul funzionamento della catena di fast food. Nel gioco, i giocatori devono gestire tutti gli aspetti dell’industria McDonald’s: dall'allevamento di mucche alla produzione di carne, dalla gestione dei dipendenti alla corruzione per mantenere alte le vendite. Un flash game veloce e intuitivo, molto semplice per passare il tempo in tranquillità. Anche se Trump non stava giocando a un videogioco, la sua performance al McDonald’s ricorda quanto sia complessa la macchina dietro una multinazionale di tale portata.
Nel videogioco, infatti, il giocatore deve prendere decisioni difficili e spesso eticamente discutibili per mantenere alto il profitto, il che è una riflessione satirica sulla realtà delle grandi catene globali. L’ironia della situazione è che, mentre Trump serviva patatine e faceva battute con i giornalisti, la vera "gestione" della catena è ben lontana dalle dinamiche semplicistiche di una foto opportunity.
L'evento al McDonald’s in Pennsylvania rappresenta molto di più di un semplice gesto simbolico. Per Trump, è stato un modo per mettere in discussione il racconto di Kamala Harris, ribadire il suo legame con i lavoratori e, allo stesso tempo, consolidare la sua immagine di uomo vicino alla gente comune. Tuttavia, dietro il sorriso e le patatine fritte, rimangono le questioni irrisolte legate ai diritti dei lavoratori e alla disparità economica, che non possono essere risolte con una visita in un fast food o una conferenza stampa improvvisata.
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