Michela Murgia: l'ultimo libro e l'inizio della scrittura con i videogame

Michela Murgia, grande scrittrice e guerriera femminista, ha cominciato a scrivere con i PC game fino ad arrivare ad oggi con il suo ultimo libro "Ricordatemi come vi pare".

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CREDITI: Dreamstime

Michela Murgia, un faro nella nebbia dell'indifferenza e del conformismo, continua a splendere anche dopo la sua prematura scomparsa. Il direttore di Vanity Fair, Simone Marchetti, riflette con profonda commozione sull'incontro che ha lasciato un segno nella sua vita: l'intervista di Michela Murgia che ha lasciato il set in un silenzio, ricco di emozione. La sua voce, ora eterna nei suoi scritti postumi, continua a riverberare nell'anima di coloro che hanno avuto il privilegio di ascoltarla e nel suo nuovo libro uscito 8 mesi dopo la sua scomparsa "Ricordatemi come vi pare".

La luce progressista di Michela Murgia e il suo ultimo atto politico

L'opera postuma di Michela Murgia, "Ricordatemi come vi pare", non solo cattura il suo ultimo atto politico, ma anche la sua essenza e la sua profonda umanità. Il libro rivela una donna che non si è mai piegata alle convenzioni per compiacere gli altri, ma ha sempre seguito la sua verità con fermezza e autenticità. La nascita di uno dei numeri più memorabili di Vanity Fair, diretto da Michela Murgia, viene rivelata da Simone Marchetti. È una storia di urgenza e di risposta, di un pensiero che si scontra con il presente, illuminando il cammino verso un futuro più inclusivo e progressista. Murgia, con la sua lucidità anche di fronte alla malattia, ha toccato il cuore di chiunque abbia avuto la fortuna di incontrarla, trasformando ogni incontro in un momento di profonda riflessione e cambiamento.

 


Il suo impegno per i diritti delle famiglie queer emerge come uno dei temi centrali delle sue ultime parole. Michela Murgia ha riconosciuto l'importanza di una luce non faziosa e senza pregiudizi sull'argomento, insistendo verso una società più inclusiva e rispettosa delle scelte individuali e inclusiva. Ma non è solo il suo impegno politico a definire il suo lascito. Le riflessioni di Murgia sulla vita e sulla morte, sulla felicità e sulla trasformazione, illuminano anche i lettori più scettici. Il suo approccio alla morte come transizione, non come fine, getta una nuova luce su un argomento spesso tabù nella società contemporanea. Michela Murgia non solo è stata una voce progressista nel panorama letterario italiano, ma anche una pioniera nel dare voce alle scrittrici donne. Il suo richiamo alla sottovalutazione delle donne nel mondo della letteratura solleva una questione cruciale che merita attenzione e azione.


Il lascito di Michela Murgia va oltre le parole stampate sulle pagine di un libro. È un invito alla riflessione, all'azione e alla trasformazione. La sua voce continuerà a risuonare nelle menti e nei cuori di coloro che cercano un mondo più giusto, più libero e più inclusivo. Per quanto i suoi libri siano ormai un must della letteratura, non tutti sanno da dove è cominciata la profonda passione di Michela per la scrittura.

L'inizio della scrittura di Michela Murgia con i videogame

Michela Murgia ha intrapreso il cammino della scrittura in modo insolito e affascinante, come racconta lei stessa. Non è stata una strada tradizionale, né un'improvvisa illuminazione, ma piuttosto un lungo percorso attraverso mondi virtuali e giochi di ruolo online. È in una scuola severa, dove la disciplina era fondamentale per essere inclusi nella narrazione, che ha imparato a raccontare storie per iscritto. Il suo vero "master" in scrittura è avvenuto tra il 2000 e il 2007 all'interno di una comunità virtuale del gioco online Lot, un pc game, dove ha affinato le sue abilità narratrici per essene inclusa in questa comunità virtuale.

Questo mondo virtuale non era come i giochi moderni con grafiche spettacolari e trame predefinite. Era più simile alle partite di Dungeons & Dragons, ma senza l'ausilio dei dadi. In questo contesto, la narrazione era la moneta di scambio principale e doveva rispettare rigorose regole interne. Michela si trovava davanti a una chat bianca, simile all'emozione che prova davanti a una pagina bianca quando inizia a scrivere un romanzo.

 

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La città virtuale di Lot era abitata da migliaia di giocatori, e solo pochi erano abili a creare narrazioni coinvolgenti rispettando tutte le regole del gioco. Michela ha imparato che per essere uno di quei pochi doveva cominciare a giocare bene fin dall'inizio. Creare un personaggio significava non solo definire aspetti come sesso e allineamento morale, ma anche costruire un background credibile e coeso con l'ambientazione medievale-fantasy del gioco.
 

Ha trascorso anni a immergersi in questo mondo virtuale, sviluppando una sensibilità narrativa e affinando le sue abilità di scrittura. Ha imparato lingue elfiche, ha costruito relazioni complesse tra i personaggi e ha creato trame avvincenti. È stato un ambiente formativo unico, in cui ha imparato che la narrazione è un gioco di collaborazione in cui il successo dipende dall'abilità di coinvolgere gli altri lettori/giocatori nella storia fino alla fine.

Quindi, anche se oggi Michela Murgia è una scrittrice affermata, è a Lot che ha imparato le fondamenta della narrazione, dove ha scoperto che la passione per le storie può trasformarsi in un mestiere gratificante e coinvolgente.

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