Il Regno Unito ha deciso di sferrare un attacco diretto alla misoginia, trattandola al pari del terrorismo, mentre nel mondo dei videogiochi è ancora guerra aperta
La misoginia è il nuovo nemico pubblico del Regno Unito e nel mondo dei videogiochi. Dal governo britannico alle strade virtuali di GTA RP, la battaglia contro il sessismo e l'odio verso le donne diviene ancora più marcata: le persone sospettate di misoginia ora dovranno essere segnalate per legge persino dagli insegnanti nelle scuole inglesi. Attivato Prevent il famoso programma antiterroristico. In questa battaglia contro l’odio, l'industria del gaming si spacca a metà con le ultime notizie allarmanti che sembrano lottare controcorrente come il caso Black Myth: Wukong accusato di censura al femminismo.
L’annuncio UK fa tremare le solide fondamenta della società britannica, il governo laburista tratterà la misoginia con la stessa severità riservata al terrorismo islamista e all'estremismo di destra. Ma che cosa si intende per misoginia? La misoginia è il sentimento d’odio e di disprezzo contro l’universo femminile che scaturisce dal pregiudizio radicato contro le donne, semplicemente in quanto tali. Il Ministro dell’interno Yvette Cooper, Segretario di Stato per gli affari interni del Regno Unito ha recentemente dichiarato la lotta contro la misoginia. La Cooper definisce l’odio verso le donne una minaccia dilaniante con ripercussioni terribili su ogni substrato sociale, un terribile problema che vive nelle strade e nel mondo online che necessità di azioni immediate per essere fermato il prima possibile.
La misura discussa non è banale retorica: il governo sta preparando una revisione radicale della strategia contro l'estremismo, che prevede di identificare e contrastare la misoginia estrema con la stessa intensità con cui si combattono le ideologie terroristiche. Nelle scuole il corpo docente e i singoli insegnanti saranno obbligati per legge a segnalare gli studenti sospettati di essere a rischio di radicalizzazione misogina, portandoli all'attenzione del programma Prevent, lo stesso utilizzato per monitorare e contrastare potenziali terroristi.
Orange l’organizzazione no profit di Women in Games ha lanciato un'iniziativa per combattere la misoginia, scegliendo un campo di battaglia improbabile ma simbolico: le strade digitali di GTA RP, un gioco noto per il suo ambiente spesso ambientato nei bassi borghi e misogino.
"In qualità di leader delle telecomunicazioni in Francia e di uno dei principali attori in Europa, Africa e Medio Oriente, dove gli usi digitali sono in forte espansione, abbiamo un ruolo importante da svolgere nella protezione delle generazioni giovani e future dagli abusi digitali. Ecco perché nel febbraio 2024 abbiamo rafforzato il nostro impegno nella protezione dei giovani dalle molestie informatiche, dall’odio online e dall’iperconnessione, nell’ambito della nostra iniziativa “For Good Connections”.
Caroline Guillaumin, Direttore esecutivo delle comunicazioni del gruppo.
Con la campagna "Wall of Change", Orange e Women in Games hanno tappezzato il mondo virtuale di GTA RP con graffiti che denunciano il sessismo e il cyberbullismo. Queste immagini non sono solo decorazioni digitali: sono atti di ribellione contro un sistema che consente e persino alimenta l'odio di genere.
Le statistiche di questo fenomeno sono tristemente note e devastanti: le donne hanno probabilità di divenire vittime di molestie online 27 volte in più rispetto agli uomini. I dati sono chiari: l'85% delle donne ha subito violenze nel mondo digitale, in questa allarmante realtà l’iniziativa Wall of Change vuole dare voce a chi è stato ridotto al silenzio e combattere il nemico dall’interno.
Ma la lotta non si ferma qui. Un dibattito esplosivo su Twitch ha visto la partecipazione di figure di spicco del mondo dei videogiochi, come Rises e Trixy, che hanno denunciato la realtà quotidiana del cybersexism e chiesto un cambiamento radicale nella comunità dei giocatori.
Il famoso Game Science, da cui deriva Black Myth: Wukong, è sotto accusa perché pare che abbia richiesto ai suoi recensori uno strano limite: la lista di argomenti proibiti, tra cui la "propaganda femminista". Questo documento, venuto a galla grazie alle mani degli influencer, ha generato grande shock e indignazione, rivelando un tentativo di censurare qualsiasi discussione su temi delicati come il Covid-19, la politica e i diritti delle donne.
Il documento di Game Science, ormai protagonista di diversi articoli e post, è definito un attacco diretto alla libertà di espressione e un tentativo palese di controllare la comunicazione di queste tematiche attraverso la censura delle stesse attorno al gioco. Ma questo fenomeno è anche il segnale di un problema più grande: la resistenza da parte dell'industria del gaming su tematiche sociali che hanno un impatto diretto sui suoi consumatori. Game Science è menzionato nella sezione dell'articolo che parla di Black Myth: Wukong e della controversia legata alla censura imposta agli influencer.
Nello specifico, l'articolo descrive come lo sviluppatore Game Science abbia distribuito un documento che vietava ai recensori di menzionare argomenti considerati delicati, come la "propaganda femminista", durante la copertura del gioco. Questa censura è stata vista come un tentativo di controllare la narrativa attorno al gioco e di evitare discussioni su temi problematici per l'azienda, come le politiche dell'industria del gaming in Cina e il sessismo, di cui Game Science è stato accusato in passato. Tutte le accuse di questo calibro contro Game Science, insieme a questa censura, sollevano domande inquietanti sul futuro del gaming e su come l'industria intenda affrontare le questioni di genere in un'epoca di crescente consapevolezza e attivismo.
La battaglia contro la misoginia, sia essa attiva nel mondo quotidiano fuori dagli schermi che in quello virtuale, è solo agli inizi. Attualmente mentre il governo britannico e organizzazioni come Women in Games lottano per contrastare l'odio di genere, l'industria del gaming vive controversie interne sul divenire parte della soluzione o rimanere intrappolata nel problema. Una cosa è certa: la guerra contro la misoginia è solo ai suoi albori, e il suo esito potrebbe cambiare per sempre il volto delle nostre società, sia online che offline nella speranza che venga scelta sempre la strada dell'inclusività.
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