Alessandro Barbero, la passione per i wargame che incontra quella per la storia

Lo storico appassionato di gaming racconta il suo genere preferito e come sia diventato un nuovo modo per approfondire la storia

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CREDITI: Unina Federico II

Alessandro Barbero, storico, divulgatore e podcaster è anche un appassionato di giochi ma di un solo genere: i wargame. Che si tratti di videogame o giochi da tavolo, Barbero cerca nel gaming il punto d’incontro con la sua più grande passione, la storia, attraverso modalità che prevedano la sfida con un avversario, preferibilmente reale, in carne ed ossa. Ma questo vale anche per i videogame? Più o meno. Barbero ha raccontato che era solito giocare ai primissimi wargame ma, lo sappiamo bene, a quei tempi la grafica non era di altissima qualità e l’intelligenza artificiale non aveva le capacità che ha oggi di creare scenari iper realistici. E così, lo storico amante dell’accuratezza, ha preferito nel tempo i board game, i giochi da tavolo con mappe divise in esagoni e un avversario seduto in postazione opposta, contro cui misurarsi. Ma se oggi Alessandro Barbero usasse le console, a quale gioco giocherebbe?

 

I videogame che consiglieremmo ad Alessandro Barbero

Di Barbero noi non ci stanchiamo mai e, ogni volta che lo storico fa parlare di sé per dichiarazioni ironiche - in questi giorni ci ha divertito molto sentirlo parlare dei suoi libri che tiene a casa dell’ex moglie - o per i suoi podcast e interventi a festival e dibattiti, noi lo seguiamo. In questi giorni ci siamo chiesti quali videogame potrebbero piacere al nostro storico preferito e, secondo noi, alcuni titoli potrebbero battere i suoi board game preferiti. Certo, Risiko è un must have per tutti i gamer ma, il piccolo schermo offre alternative altrettanto appassionanti. Non è una vera e propria classifica, i titoli non sono in ordine dal migliore al peggiore, o viceversa, ma sono sicuramente i migliori wargame del mercato videoludico. 
 

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World of Tanks

Iniziamo con un classico, World of Tanks, 180 milioni di appassionati lo considerano un cult che combina il brivido della missione al feticismo per i mezzi da battaglia. In world of Tanks si ha infatti la possibilità di comandare 800 mezzi da guerra della metà del XX secolo sfidando giocatori in ogni parte del mondo. Il nostro Barbero potrebbe scegliere se guidare uno dei 195 mezzi pesanti, IS-7, KV-1,  Maus e AMX 50 B, o i veicoli tedeschi come in Panther e il Tiger. La modalità di gioco consente sia di avere uno o più avversari - e sì Alessandro, sono tutti reali, o affrontare missioni assieme alla tua squadra. 

Call of Duty

Non ha bisogno di particolari presentazioni considerando che è uno dei war game di maggior successo al mondo ma perché sarebbe perfetto per Barbero? Per le impeccabili storyline e la qualità di gioco altissima. Con Call of Duty ci si immerge negli scenari della Seconda Guerra Mondiale, i primi a fare la fortuna del gioco che ha celebrato ben 20 anni di presenza stabile sul mercato, o entrare nella saga Modern Warfare. Call of Duty: Modern Warfare III nello specifico, è considerato tra i migliori capitoli della saga pur con qualche controversia. La modalità di gioco è la migliore in 20 anni ma il ritmo, la storyline non portano poi così tante novità in un gioco che in 20 anni ha raccontato la guerra in ogni sua sfaccettatura. 

 

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Supremacy 1914

Pubblicato dal tedesco Bytro Lab, Supremasy è il videogame perfetto per chi è amante dei giochi di strategia, e sappiamo che è sicuramente il caso di Alessandro Barbero. Questa volta lo scenario è quello della Prima Guerra Mondiale e il giocatore potrà scegliere quale Paese gestire , tra le potenze coinvolte nel conflitto. Ma sappiamo che a conquistare lo storico sarebbe ma la modalità di visione del gioco, una mappa, da ingrandire e rimpicciolire, attraverso la quale seguire le mosse degli avversari - anche questa volta giocatori reali - da sconfiggere.

Caro Barbero, ti aspettiamo sul piccolo schermo

Lo storico ha dichiarato che “si è stufato” quando 25 anni fa ha giocato ai primi videogame di guerra, ora, dopo questa brevissimi panoramica, non ci resta che invitarlo a giocare, certi che apprezzerà moltissimo tutti i titoli che abbiamo scelto. I videogame sulla guerra non costituiscono solo uno dei maggiori mercato del mondo videoludico ma sono anche un importante strumento di divulgazione e di approfondimento di fatti storici, di dinamiche politiche e sociali, di conoscenza dei protagonisti della storia anche se presentati in un contesto dedicato allo svago e con un pubblico tendenzialmente molto giovane.  Ma noi ci affidiamo alla sue stesse parole per spiegare come mai i nuovi wargame hanno tutto questo successo.

 

"Quando una cosa comincia a essere necessaria, di solito qualcuno la inventa"

 

Non solo la inventa ma ne cambia anche la destinazione d’uso. L’amministrazione Obama qualche anno fa ha addirittura introdotto la possibilità per gli agenti del Pentagono e per la Difesa, di utilizzare i videogame come strumento di formazione. Come ha riportato a Wired  Marco Minoli, director of publishing e cmo di Slitherine:

 

Fino a una decina di anni fa tutte le Forze armate impiegavano carta, penna e qualche milione di dollari per fare in modo che i migliori generali al mondo pianificassero le strategie. Oggi si usa una frazione di quel budget, ma con risultati più raffinati: si usano i videogiochi

 

 

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