Torna finalmente il VCT, il circuito competitivo di Valorant e abbiamo già avuto un primo assaggio delle due regioni che abbiamo visto nella finale del Valorant Champions 2023
Dopo 4 mesi di stop, è tornato sui nostri schermi il VCT, il circuito competitivo di Valorant, dove i migliori giocatori al mondo dello sparatutto di casa Riot di confrontano ogni settimana, dopo una finestra di mercato veramente piena di colpi di scena, ecco le prime impressioni sui match di apertura della americana e di quella asiatica,
Il VCT è ricominciato con una partita che durante la OFF/SEASON molti hanno speculato sarebbe stata una delle più decisive per il futuro della regione americana, in quanto abbiamo da un lato un vero e proprio Superteam statunitense, gli NRG, costruiti sulle macerie degli Evil Geniuses e dall'altro lato il team brasiliano che più di tutti ha deciso di investire sui giovani talenti, i FURIA.
La partita è finita 2-0 per il team nordamericano, che ha dimostrato l'incredibile efficacia del duo campione del mondo Ethan "Ethan" Arnold e Max "DEMON1" Mazenov, che hanno dominato entrambe le mappe, da tenere conto anche il fatto che Ethan stia mantenendo un livello individuale eccellente nonostante sia anche la mente strategica del team.
Per i FURIA invece è stato protagonista in negativo il giovanissimo Ilhan "havoc" Elhoy, uno dei giocatori più promettenti della scena sudamericana che purtroppo era chiaramente in preda all'ansia da palcoscenico durante la prima mappa, in cui è riuscito a fare solamente due kill nel corso di 23 round. Più positiva la performance dell'altro giovanissimo dei FURIA Felipe "Liazzi" Galiazzi, che su Viper è stato uno dei punti di riferimento del team durante la prima mappa, vincendo anche dei round molto complicati dove era in minoranza numerica.
A seguire per il VCT America si sono scontrati i Cloud 9 di Anthony "Vanity" Malaspina e gli MIBR capitanati da Matheus "RGLMeister" Rodigoli, in uno scontro fra due IGL molto promettenti.
Gli americani hanno prevalso con non poche difficoltà contro la formazione brasiliana, con un 2-1 sudatissimo in cui gli MIBR hanno rischiato di vincere la prima mappa decisivamente non fosse stato per la performance a dir poco eroica di Jake "Jakee" Anderson nella fase offensiva, in cui ha davvero trascinato il team alla vittoria. Prestazione molto positiva per gli MIBR, su cui c'erano poche aspettative dopo che FURIA e LOUD avevano già comprato i talenti brasiliani più promettenti come Gabriel "Quick" Lima e Leonardo "Mwzera" Serrati.
La partita che ha aperto le danze nella regione dell'Asia Pacifica ha visto scontrarsi i T1, un team molto interessante in cui militano alcune superstar della defunta Overwatch League e i BLEED, l'ambiziosa organizzazione di Singapore che ha comprato l'asso americano Jacob "yay" Whiteaker.
Il debutto dei BLEED è stato però rovinato dai T1, in particolare da Lee "Carpe" Jae-yeok, che ha dimostrato che la sua abilità meccanica è ancora di alto calibro e ha dominato completamente la seconda mappa, a complimentare la sua performance è stato Kevin "xccurate" Susanto, fratello maggiore dell'asso dei Paper Rex Jason "F0rsaken" Susanto. I BLEED nonostante la sconfitta hanno mostrato degli sprazzi di creatività molto promettenti da parte dell'IGL Ngo "CrazyGuy" Cong Ahn, ma si è sentita molto la poca dimestichezza di yay nel suo nuovo ruolo di Flex, in cui ha avuto una performance a dir poco mediocre.
A chiudere la prima giornata di ritorno del VCT sono stati i Gen.G e gli RRQ, con tutti gli occhi puntati sul team indonesiano, che è fra i roster più promettenti della regione. Dopo 3 mappe molto combattute l'hanno spuntata i Gen.G grazie alle giocate aggressive del duelist Kim "T3xture" Na-ra, che è riuscito a imporsi con forza sul russo Maksim "Jemkin" Batorov, al suo debutto nel tier 1 di Valorant.
Nonostante la sconfitta gli RRQ hanno saputo difendersi bene e il roster indonesiano potrebbe diventare fra i più forti in Asia una volta che i giocatori più inesperti come Jemkin e Park "Estrella" Gun si ambienteranno al calibro della competizione.
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