Giappone: agente di Polizia scoperto giocando ai videogiochi in servizio

In Giappone un agente di Polizia è stato scoperto a giocare ai videogame in servizio, ecco i provvedimenti.

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CREDITI: Dreamstime

In Giappone, un poliziotto è stato colto in fragrante giocando ai videogame durante il turno di servizio. La sua condotta, ha portato a importanti ripercussioni sul gamer-agente che si è dimostrato dispiaciuto riguardo l'accaduto.

Il poliziotto giapponese e i videogames

In Giappone, la passione per i videogiochi stavolta si è trasformata in negligenza verso i propri doveri. Un recente episodio ha visto, infatti, un agente di polizia della prefettura di Nara essere sanzionato per aver giocato alla sua Nintendo Switch mentre era in servizio. La scoperta del fatto è avvenuta durante una perquisizione a sorpresa da parte di un superiore. 

La Nintendo Switch incriminata è stata trovata collegata al televisore, con ancora la partita al videogioco in esecuzione. Nessuno sa se prima di spegnere la console i superiori abbiano salvato la partita, ma sicuramente l'agente ha passato un brutto quarto d'ora, dove ha dovuto giustificare di tale gesto.

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Le ripercussioni per l'agente

I videogiochi sono spesso molto coinvolgenti, rendendo quasi impossibile, a volte, sentire lo scorrere del tempo, ma quando si parla di lavoro (a meno che non riguardi il gaming) forse sarebbe meglio che le due cose non siano svolte nello stesso momento. Data la gravità della situazione, nello sbigottimento generale, i suoi superiori hanno chiesto il motivo di tale azione sconsiderata. L'agente ha ammesso le sue colpe, giustificandosi in parte con la scusante di aver giocato solo nei giorni con pochi incidenti stradali. Grazie a un controllo approfondito, sono state stimate le ore di gioco dell'agente che sembrano ammontare a un totale di 17.



La punizione per il poliziotto giapponese è stata istantanea, con un ammonimento e una decurtazione della paga proporzionata alle ore giocate. Per quanto sia una curiosità comune, non è stato rivelato quale fosse il titolo videoludico che abbia coinvolto l'agente a tal punto da giocare sul posto di lavoro. Durante le analisi, è stato inoltre scoperto che le 17 ore di gioco, sono state svolte in dieci sessioni distinte. Che sia Zelda o Super Mario, l'esperienza è stata sicuramente una lezione per l'agente che, questo mese, probabilmente non potrà comprare i nuovi titoli Nintendo a causa della decurtazione della sua paga.

La lezione del poliziotto gamer

L'agente, sebbene abbia ammesso le sue colpe e si sia pentito delle sue azioni, dovrà affrontare le conseguenze del suo comportamento. Questo episodio serve da monito per tutti coloro che trovano difficile bilanciare il loro interesse per i videogiochi con gli obblighi professionali, specialmente in questo caso, in quanto un poliziotto dovrebbe sempre essere pronto a qualunque emergenza e dare il buon esempio. 

 

Nonostante il luogo di lavoro a volte possa sembrare "casa", distrarsi con i videogames, specie in attività delicate e che richiedono molta attenzione, non è sicuramente la scelta più saggia. Il poliziotto potrà comunque consolarsi, la Nintendo Switch non gli è stata confiscata e potrà finire la sua partita comodamente da casa.

 

È un richiamo che potrebbe portare l'agente giapponese e altri individui a riconsiderare il modo in cui gestiscono la loro passione per il gioco, soprattutto quando si tratta di compromettere il loro lavoro e la loro reputazione.

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