Epic Games contro Google e Samsung: cosa emerge dalla causa

Il produttore di videogiochi sostiene che il gigante tecnologico abbia reso troppo difficile per i consumatori scaricare app store realizzati da sviluppatori di software esterni

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CREDITI: Dreamstime

Sarebbe proprio il caso di dire una decisione "epica". Lunedì, infatti, Epic Games ha ottenuto una grande vittoria in tribunale, quando il giudice che supervisiona la causa antitrust dell'azienda dedita allo sviluppo di videogiochi contro Google ha sostanzialmente "distrutto" il monopolio dello store di app Android della società. Tra le altre cose, il giudice ha stabilito che per i prossimi tre anni il gigante tecnologico non potrà imporre agli sviluppatori di utilizzare solo i metodi di pagamento delle app di Google. Ma non solo: si è anche stabilito che l'azienda informatica statunitense dovrà smettere di cercare di bloccare l'installazione sui dispositivi Android di app store rivali, ad esempio offrendo incentivi ai produttori di telefoni. Il che implica che gli app store esterni dovranno essere disponibili nell'app store di Google, nonché Google Play.

La vittoria di Epic Games contro le pratiche anticoncorrenziali di Google

Un giudice ha emesso un'ingiunzione permanente che obbligherà Google offrire alternative al suo Google Play store per scaricare le applicazioni su telefoni Android. Tale sentenza del giudice James Donato in California è il risultato più significativo della causa antitrust di Epic Games contro Google, che ha preso il via nel 2020, quando il produttore di Fortnite aveva infatti accusato Google di pratiche anticoncorrenziali, tra cui pagare le aziende e produttori di telefoni Android per non sviluppare app in concorrenza con altri store.

 

 

Entrando nel dettaglio, Epic Games nel 2020 ha contestato il controllo contrattuale di Google e Apple sulla distribuzione delle app mobili, offrendo acquisti meno costosi della valuta di gioco di Fortnite, violando così le regole dell’app store e dando il via alle cause legali. In altre parole, Epic Games sostiene che Google abbia reso troppo complicato per i consumatori scaricare app store realizzati da sviluppatori di software esterni.

 

 

L'azienda produttrice di videogiochi ha prevalso su Google alla fine dell’anno scorso e, ad oggi, la documentazione descrive specificatamente i cambiamenti che Google dovrà apportare. Tra le altre cose, lo store di Epic Games (e altri app store) verrà aggiunto al Google Play Store nel 2025 negli USA, anche se questa notizia avrà presto un riscontro anche in Europa.

 

 

Tim Sweeney, CEO di Epic Games, ha affermato in precedenza che la cultura aziendale di Google ha contribuito alla vittoria di Epic, poiché i dirigenti di Google spesso annotavano o documentavano le pratiche aziendali nelle e-mail o nelle comunicazioni pubblicate durante il processo:

 

"Grandi notizie! Epic Games Store e altri app store stanno arrivando al Google Play Store nel 2025 negli USA - senza schermate di spavento di Google e la tassa di Google 30% app - grazie alla vittoria in Epic v Google"

Perché si tratta di un traguardo estremamente significativo

La decisione riportata è estremamente importante perché Google, come Apple, guadagna la maggior parte delle proprie entrate grazie alle transazioni sugli app store. Basti pensare che nel 2019, ad esempio, il Play Store di Google ha rappresentato il 20% del reddito operativo di Alphabet. E come Apple, Google ha reso difficile per gli sviluppatori aggirare le regole del suo app store.

 

 

L'azienda informatica, come prevedibile, ha dichiarato che ricorrerà in appello contro quanto disposto, che segue di 10 mesi la sentenza della giuria a favore di Epic Games nella causa antitrust. Quindi, nonostante le ruote della giustizia si muovano molto lentamente, sembra che le ripercussioni di questa decisione siano destinate a diffondersi ampiamente.

 

 

Questo effetto domino aumenta la probabilità che il Dipartimento di giustizia vinca la sua causa antitrust contro Apple. Tale caso sostiene che il produttore di iPhone controlli la distribuzione e la creazione di applicazioni attraverso le sue rigide regole del suo App Store. 

 

 

Ad oggi, Google ha perso il 2,5%, un segno che gli investitori sono attenti ma che non stanno ancora prendendo la questione troppo sul serio. Dopotutto, gli investitori hanno difficoltà a calcolare l'impatto di una controversia che richiede anni per essere risolta.

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