Elon Musk e la campagna Pro Trump: "Make Videogames Great Again"

Elon Musk si è sempre esposto in modo tagliente e stavolta punta i videogiochi woke con un motto preso da Trump:"Make video games great again".

23/10/2024

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CREDITI: Dreamstime

Negli ultimi anni, il concetto di DEI (Diversità, Equità e Inclusione) ha guadagnato grande rilevanza all'interno dell'industria dei videogiochi. Alcuni vedono questa spinta come una necessaria evoluzione del settore, mentre altri, come Elon Musk, sostengono che forzare l'inclusività comprometta l'integrità dei giochi stessi. Il fondatore di Tesla e proprietario di X (precedentemente Twitter), ha espresso pubblicamente il suo disappunto, lanciando lo slogan "Make Video Games Great Again", modificando la conosciutissima frase di Trump e paragonando l'imposizione del DEI a quella che definisce una "mente woke".

Elon Musk e il "virus woke" nei videogiochi

Secondo Elon Musk, inserire forzatamente elementi di DEI nei videogiochi non solo distorce le narrazioni, ma ne "uccide l'arte". Utilizzando la piattaforma X, Musk ha dichiarato che l'inclusione forzata muta i giochi in lezioni morali, rendendo l'esperienza meno divertente e più didascalica. Questo concetto è al centro della sua critica al cosiddetto "virus woke", che, secondo lui, minaccia l'integrità creativa dei titoli moderni.

 

 

Musk non è nuovo a dichiarazioni provocatorie, ma in questo caso sembra aver ricevuto il sostegno di una buona parte della comunità videoludica. Molti utenti e fan hanno risposto al suo appello, concordando sul fatto che l'inclusività forzata possa far sembrare i giochi poco autentici, allontanandoli dal puro divertimento e dall'immersione che hanno caratterizzato i titoli più amati.

La risposta della comunità videoludica al "Make Video Games great again"

La dichiarazione di Elon Musk ha generato un acceso dibattito. Se da un lato un gran quantitativo di fan sostengono la sua posizione, dall'altro esistono voci contrarie che ritengono che il DEI sia una forza positiva per il medium. Alcuni sviluppatori, come il direttore di "Ori", si sono uniti al coro di coloro che criticano l'implementazione forzata del DEI, affermando che si tratta di un processo che, se gestito male, può trasformarsi in una "parodia" del lavoro creativo.

 

Tuttavia, non tutti sono contrari all'inclusione. Alcuni dei titoli più apprezzati degli ultimi anni hanno integrato elementi di DEI in modo naturale, arricchendo le trame e migliorando l'esperienza di gioco senza deviare dalla narrazione principale. Quando il DEI viene utilizzato per completare una storia o per dare maggiore profondità ai personaggi, può essere un valore aggiunto piuttosto che una forzatura.

Elon Musk e la sua passione per i videogiochi

Oltre alle sue opinioni sul DEI, Elon Musk è noto per essere un grande appassionato di videogiochi. Nel corso degli anni, ha spesso discusso del suo amore per titoli come Deus Ex, Mass Effect e Overwatch, dichiarando che i videogiochi non sono solo un passatempo, ma un'arte capace di creare mondi immersivi e storie coinvolgenti. Musk è cresciuto giocando a classici come Space Invaders e Pong, e ha anche rivelato di aver preso ispirazione da questi giochi per stimolare la sua creatività.

 

 

Il suo amore per i videogiochi è talmente radicato che, quando è diventato il CEO di Tesla, ha voluto integrare alcuni giochi direttamente nelle auto della casa automobilistica. I proprietari di Tesla possono, infatti, accedere a titoli come Cuphead e Sonic the Hedgehog dal sistema di infotainment dei veicoli. Questo dimostra quanto Musk veda i videogiochi non solo come un modo per rilassarsi, ma anche come un simbolo di innovazione e progresso tecnologico.

 

L'invito di Elon Musk a "rendere i videogiochi di nuovo grandi" riprende lo slogan politico di Donald Trump, ma applicato a un'industria in cui la creatività e l'arte sono sempre più in equilibrio con le esigenze di un pubblico globale e diversificato. Come questa tensione verrà risolta, resta ancora da vedere, ma una cosa è certa: i videogiochi continueranno a essere un campo di battaglia culturale, dove la libertà artistica e l'inclusività dovranno trovare un equilibrio.

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