Vi siete mai chiesti che cos'è un Battle Royale? Ma soprattutto da dove sono saltati fuori? Da dove ha preso il via un'idea tanto remunerativa quanto geniale?
Oggi giorno, la categoria dei Battle Royale conta in assoluto il maggior numero di utenti attivi contemporaneamente. Non è un caso che grandissimi brand negli ultimi anni si siano poi lanciati nel settore per cercare di ottenere una fetta di questo successo; ad esempio, lo sapete che Warzone non fu il primo Battle Royale di Call of Duty? Ma allora da dove iniziò tutto?
Partendo dalla base e quindi dal nome di questa sotto categoria di videogiochi, che ad oggi controlla una buona fetta del mercato globale del settore videoludico, bisogna tornare indietro nel tempo e risalire fino all'inizio del nuovo millennio. All'alba del 2000 in Giappone, esce un romanzo intitolato Battle Royale di Koushun Takami.
Il Romanzo racconta di una classe di studenti delle superiori, costretti dal governo a combattere per la loro vita, in cui solamente l'ultimo rimasto avrebbe avuto salva la vita, inutile dire che tra lo scalpore che il romanzo ottenne fin dalle sue prime pubblicazioni (tra stupore, ammirazione di qualcuno, ma anche indignazione generale) vi fu qualcuno che si rese conto dell'enorme potenziale della trama del romanzo e ne fece un'adattamento cinematografico.
Kenji Fukasaku divenne così il volto dietro l'opera cinematografica, riuscendo ad ottenere un successo planetario, entrando nella classifica dei 10 film campioni d'incassi in Giappone, il suo film successivamente fu distribuito in ben 22 paesi con la consapevolezza che sarebbero potuti essere di più, se solo non fosse stato vietato in alcuni paesi.
Ci sarebbe dovuto essere un secondo capitolo del film, ma la produzione del sequel fu interrotta a causa della morte del regista poco dopo l'inizio delle riprese.
Nonostante il genere avesse ottenuto un'importante nomea, il mondo dei videogiochi impiegò circa una decina di anni prima di concepire la grande idea che rivoluzionò, non solo il modo di intendere il videogioco, ma anche il modo in cui si videogiocava, portando ai nostri occhi una nuova concezione di sfida.
Bisogna fare un salto nel 2012 quando il franchise di Hunger Games ormai spopolava, la celebre saga di Suzanne Collins che ai tempi aveva già visto l'uscita dell'intera trilogia. Proprio nel 2012 con l'uscita del primo film che incanterà il pubblico per la sua direzione artistica, per la storia avvincente e l'ottima caratterizzazione della protagonista, che non solo era l'incarnazione di una donna forte ed indipendente in grado di farcela, ma anche un modello per le ragazze di quegli anni e per le generazioni a seguire.
Qualcuno a questo punto potrebbe pensare che quindi le prime trasposizioni videoludiche, siano a tutti gli effetti delle trasposizioni della saga di Hunger Games; niente di più sbagliato, in realtà tutto inizio su Minecraft, il gioco Mojang che ad oggi conta più di 300 milioni di copie vendute, divenendo il 2° gioco più venduto di sempre dietro a Tetris.
Venne rilasciata proprio nel 2012, cavalcando l'entusiasmo dettato da Hunger Games, una mod gratuita con lo scopo di emulare quanto visto nelle opere di Suzanne Collins: I giocatori partivano su dei blocchi di partenza all'interno di mappe più o meno grandi, il cui centro era rappresentato dalla cornucopia: ricettacolo pieno di doni e soprattutto di cibo e armi utili alla sopravvivenza.
Lo svolgimento di questo "Survival Games" era molto divertente ed incalzante tanto che in molti furono attratti da questa idea.
La storia dietro al mondo dei Battle Royale passa anche per il nome di Brendan Greene, il quale per moltissimo tempo rimase conosciuto come "PlayerUknown"... Dove? Nel settore del modding di Arma 2 e Arma 3.
Proprio sul secondo capitolo del celebre gioco per PC, Brendan Greene usò per la prima volta il termine Battle Royale, con la prima mod importante da lui rilasciata "Dayz: battle royale". Una mod gratuita che si preparava a diventare alla sua insaputa la mod più celebre della storia contemporanea dei videogiochi.
Da Arma 3 il suo lavoro iniziò ad introdurre i canoni che conosciamo oggi per l'intero genere, come il celebre aereo che "droppa" i player all'interno della vasta mappa di gioco. Le sue capacità come modder non sono passate inosservate da Sony, la quale gli affida la gestione del progetto relativo al Battle Royale di H1Z1.
Nel 2016 Brendan Greene venne chiamato in Sud Corea, per diventare il direttore creativo di un progetto, che verrà poi pubblicato con il nome di PlayerUnknown Battlegrounds, la realizzazione finale della visione che lo portò a moddare il secondo capitolo di arma, rilasciando su un mercato un gioco che segna la storia moderna del videogioco. Inizialmente il titolo non era gratis, ma lo divenne col tempo per far fronte all'altro gigante che nacque in quel periodo.
Fortnite oggi giorno viene tranquillamente considerato come uno dei capisaldi del panorama gaming contemporaneo, come vi avevamo già raccontato precedentemente il gioco nasce come un survival games con la modalità salva il mondo, la quale restò a pagamento. La modalità Battle Royale però, fin da subito venne rilasciata gratis imponendo un'enorme spada di Damocle sulla schiena, non solo dei suoi diretti concorrenti, ma gettando un'ombra anche sul settore.
Il successo dei due colossi di cui vi abbiamo appena parlato ci narrano dello scontro tra i titani del settore. Ma quello che in molti non sanno è tutto il sub strato di Battle royale, gratis e non, che si formò con videogiochi importantissimi che fallirono nell'impresa del lancio della propria modalità ed altri videogiochi che invece risorsero attraverso modalità gratis che cambiarono la sorte del brand.
Partiamo in ordine cronologico con il primo fallimento della modalità Battle Royale, di Call of Duty Black ops 4, fu denominata Blackout, ma non riuscì ad entrare nel cuore degli appassionati per diversi motivi, ma il più importante fu quello del prezzo che non rispecchiava l'audacia di Fortnite di lanciare un videogioco gratis, ma che richiedeva un biglietto integrale che comprendeva l'esperienza di Call of Duty a 360°. La stessa sorte la scontò anche Battlefield che nel novembre del 2018, un mese dopo COD, lanciò con la sua "Tempesta di Fuoco" la modalità Battle Royale dedicata a BF 5.
Entrambe le case di sviluppo, non demorsero e grazia ad Apex Legends nel 2019, EA, non solo ebbe il suo videogioco gratis Battle Royale di successo planetario, ma riuscì anche a riportare interesse attorno al mondo di Titanfall. Per Activision, l'attesa fu leggermente più lunga, ma con il senno di poi il tempismo fu perfetto, lanciando Warzone ad inizio della prima pandemia nel 2020, riuscì a far rinsavire un videogioco come Call of Duty e inserendo la parte Online e single player come biglietto scollato da pagare rispetto alla modalità Battle Royale.
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