Come non ricordare il famoso gioco a piattaforme del 2011? Evidentemente, i migliaia di turisti che corrono per le vie del tempio di Angkor Wat non sembrano essersene dimenticati
Come dimenticarsi di Temple Run? Senza ombra di dubbio, tantissimi giocatori accaniti (e non) ricorderanno l’iconica fuga dal tempio nei panni di un esploratore in un percorso zeppo di ostacoli, mentre il proprio personaggio viene inseguito da gigantesche scimmie e altre creature. Dopotutto, basti soltanto pensare che nel 2011 il famoso videogioco a piattaforme era tra le 50 applicazioni più scaricate in assoluto su iTunes. E, in effetti, sembra davvero che nessuno se ne sia dimenticato: a distanza di oltre dieci anni, il New York Post riporta come il tempio di Angkor Wat, in Cambogia, riceva ogni giorno un afflusso di turisti che, a quanto pare, non rispetta la struttura religiosa. Il motivo? Sembra che migliaia di utenti cerchino di ricreare proprio l’esperienza di gioco di Temple Run. Ed è così che il sito, dichiarato Patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO, rischia seriamente di uscirne irreversibilmente danneggiato.
Probabilmente, molti lettori ricorderanno Angkor Wat (il maestoso tempio khmer situato all'interno del sito archeologico di Angkor) per Pechino Express 10 - La via delle indie, nonché la decima edizione del famoso reality di avventura che ha incoronato come vincitori gli “Italoamericani”, coppia composta da Joe Bastianich e da Andrea Belfiore.
Al di fuori del pubblico italiano, però, i turisti da tutto il mondo associano il mistico immaginario di Angkor Wat ad un unico altro elemento: Temple Run, il noto platform game sviluppato dalla casa produttrice Imangi Studios.
L'applicazione di successo - scaricabile inizialmente a 99 centesimi e poi in maniera gratuita - segue un esploratore con un'antica reliquia mentre scappa dalle creature che lo inseguono. A causa della somiglianza della struttura con il gioco, secondo il New York Post i turisti hanno dato il via ad una nuova sfida, copiando l'esperienza dell'app con una telecamera.
Difatti, sono innumerevoli i visitatori che pubblicano online contenuti che rivelano e spiegano come aggirarsi per l'antico tempio. Inutile dire che la tendenza virale, denominata #templerunchallenge, ha ottenuto milioni di visualizzazioni.
Diversi utenti di TikTok dimostrano per esempio di saper emulare il videogioco nella vita reale, facendo salti all'interno del tempio e persino incorporando capriole per raccogliere punti. Per farlo, molti degli stessi turisti si scontrano ovviamente con la struttura, danneggiandola. Per non parlare della costante profanazione e mancanza di rispetto rivolta al sito religioso.
Secondo quanto riportato dal New York Post, mentre i TikToker si godono la loro spedizione attraverso il complesso templare cambogiano, - costruito dal re Khmer Suryavarman II all'inizio del XII secolo - non pochi esperti, ambientalisti e storici cominciano a preoccuparsi per la sicurezza e la conservazione del tempio religioso.
Alison Carter, professoressa di archeologia presso l'Università dell'Oregon, per esempio, ha dichiarato quanto segue a Business Insider:
"Le persone spesso dimenticano che Angkor Wat e altri siti templari di Angkor sono luoghi di patrimonio culturale vivente per il popolo cambogiano. Quello che non viene fatto in una chiesa o in una moschea, non andrebbe fatto in un tempio di Angkor"
Gli storici non solo vogliono assicurarsi che il tempio non venga danneggiato da turisti “maldestri”, ma vorrebbero anche garantire che non ne venga compromesso il valore spirituale e culturale del sito. Per tale motivo, molti esperti si domandano come mai le autorità del luogo non abbiano posto un limite alle corse sfrenate dei turisti tra le vie del tempio.
Dall'altra parte, in effetti, i cambogiani locali sembrano essere più rilassati riguardo l'interazione dei turisti con l'antico tempio. Il (triste) motivo, purtroppo, è evidente: tale attrattiva non fa che attirare migliaia di visitatori da tutto il mondo. Ed essendo la Cambogia uno dei Paesi più poveri dell'sud-est asiatico, non è difficile capire perché gli abitanti del posto tendano a chiudere un occhio. Guardando il lato “positivo”, questa tendenza virale - seppur irrispettosa - ha infatti davvero incoraggiato altri viaggiatori a visitare il Paese, giungendo fino ad Angkor Wat per provare l'esperienza di Temple Run.
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