Rivoluzione in casa comics: i super non sono più esclusiva Marvel e DC

Giada Martemucci

30/9/2024

CREDITI: Dreamstime

Gli Stati Uniti sono la terra delle opportunità e a quanto pare queste parole sono più che uno slogan, al contrario corrispondono a fatti di importanza tale da coinvolgere due delle case comics più importanti al mondo. Ecco cosa è accaduto.

Quella del tribunale dell'Ufficio marchi e brevetti degli Stati Uniti (Uspto) è a tutti gli effetti una sentenza storica, nata dalla volontà di un fumettista inglese, S.J. Richold, di poter usare liberamente le parole Super Babies nelle sue storie. A detta delle grandi case, scegliere di scrivere Super Babies sarebbe una violazione non consentita dato che i termini rientrano in almeno un marchio registrato da Marvel e DC, che avrebbero dunque fatto causa a Richold. Dal canto suo, il fumettista ha scelto di non mollare, insistendo su quanto parole come Super Hero o Super Babies, facciano ormai parte del linguaggio comune e che dunque non possano essere di proprietà esclusiva delle due aziende. 

Una richiesta considerata del tutto legittima e addirittura corretta da parte del tribunale che, in tutta risposta alle opposizione Marvel e Dc, ha annullato alcuni diritti su alcuni marchi delle majors.

Il tema è diventato di enorme importanza come ha ricordato il legale di Superbabies Adam Adler, in gioco non c'è semplicemente un nome ma il diritto stessa alla creatività:

Sono in totale 4 le registrazioni federali che includevano le definizioni Super Hero e super Babies e, a quanto pare, la più antica risaliva al 1967. Ora sembra che tutti possiamo diventare super eroi, ma la domanda diventa: ci interessa davvero? Mentre la DC cerca di rinascere dalle sue ceneri, la Marvel si sta progressivamente allontanando dall'esclusiva dei super, puntando anche a eroi ed eroine dai tratti decisamente più dark come Thunderbolts o Agatha All Along. stiamo assistendo al tramonto degli eroi?