I giochi della nostra infanzia: Retro War

Prima di chiudere l'anno in bellezza, con un 2023 fantascentifico in termini di giochi usciti e di risultati esportivi, facciamo un passo indietro in alcuni dei giochi della nostra infanzia

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Durante le festività mi è capitato di poter mettere mano alla mia primissima Playstation 2 slim, un'articolo che in molti hanno avuto sotto mano durante la propria vita e a dirla tutta io inizia fin dalla Playstation 1, anche se mio fratello maggiore non mi lasciava giocare quanto volessi dato che ero ancora molto piccolo, ma mi ricordo le ore che passavo a guardarlo giocare e quando iniziai a videogiocare anche io alle ps2 ricordo con somma gioia alcuni dei giochi su cui ho rimesso le mani per qualche giorno mentre ero in visita nella casa della mia infanzia.

Apocalipse now? Si ma di plastica

Il primo gioco, che forse più di tutti ha segnato quel periodo della mia vita, è Army Men RTS, che come recita anche lo stesso nome parla di un gioco strategico in tempo reale, non troppo dissimile dall'idea di base di Starcraft, ma ambientato nel fantascientifico mondo di Army Men, un mondo in cui i soldatini di plastica sono vivi ed hanno il loro universo in perenne lotta tra verdi e tan, un po' come autobot e decepticon

 

La storia parla di questa casa precedentemente sotto il controllo dei verdi di un colonello di nome Blintz, il quale dopo aver perso più di meta del cranio in uno scontro a fuco sparisce dalle file dei verdi per poi ricomparire come capo dei tan prendendosi così il controllo della casa.

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Qualora la trama di Apocalipse now, saggiamente sostituita da soldatini di plastica, passatempo preferito di molti all'epoca, non fosse abbastanza, l'impostazione di gioco in uno strategico in tempo reale permetteva di affrontare la campagna con estrema logica e raziocinio. Questo permetteva ai giocatori di applicare vere e proprie scelte strategiche atte a completare ogni singolo obiettivo bonus, per poi sbloccare i collezionabili e le relative grandi battaglie accessibili solo ed esclusivamente mediante l'ottenimento di tutte le medaglie d'oro nelle missioni principali. 

 

Il paragone con l'RTS per eccellenza non è azzardato, poichè rigiocandoci oggi giorno ( tralasciando l'aspetto grafico) si nota che una base di fondamento strategico c'era eccome, tanto che utilizzare il mec oppure no faceva una grande differenza. La plastica è un bene prezioso non sprecarla per costruire grunt.

1° guerra mondiale ma con i maiali 

Per la serie i migliori giochi di guerra a cavallo tra playstation 1 e playstation 2, troviamo un capolavoro davvero sopraffino, Hogs of war. 

Hogs of war è un gioco dove la prima guerra mondiale e le sue atrocità che hanno per sempre stravolto il mondo, lasciano il posto ad un gioco scanzonato in cui i soldati sono sostituiti da goffi maiali che imbracciano fucili poco efficaci e annegano molto facilmente, ma soprattutto esplodono alla morte.

 

Il gioco non ha una storia dietro, o meglio è una guerra mondiale che diventa una royal rumble, devi cacciare ogni nemico delle diverse fazioni dalle isole della mappa per arrivare fino allo scontro finale ( 22 aree di gioco e 6 isole), scegliamo la  nostra fazione tra le 6 disponibili, le quali non avranno bonus o malus, ma solo nomi ed accenti super stereotipati.

 

Siamo subito pronti ad immergerci in un gioco a turni in cui ogni singolo elemento va preso in considerazione, man mano che avanzeremo nella nostra avventura capiremo l'importanza del livellare le singole classi e di quanto una mossa sbagliata possa costare cara a tutta la partita. 

Per essere un gioco a cui giocavamo relativamente da piccoli, il livello di sfida presentato è davvero molto alto: un po' dettato da dei comandi abbastanza legnosi e poco funzionali, dall'altra un certo sbilanciamento degli scontri in certi casi con una cpu troppo avvantaggiata.

 

Inoltre bisogna fare attenzione perchè ingenti perdite durante una battaglia potrebbero farci dire addio al nostro maiale preferito.

Serie Conflict: la bellezza di giocare in split screen

Quando si parla della serie Conflict, un po' come per i due giochi precedenti, bisogna riportare gli orologi davvero tanto indietro nel tempo, ma non solamente per comprendere di che gioco si stia parlando ma anche per comprendere alcune delle meraviglie di un gioco che purtroppo non ha avuto degni successori ed oggi questo tipo di giochi stanno completamente sparendo. 

 

Come già ho scritto precedentemente, io ho un fratello maggiore con cui ho giocato veramente tanto ai videogiochi, senza il quale probabilmente non sarei qui oggi a scrivere, giustamente all'epoca esisteva ancora la possibilità di acquistare giochi che prevedessero la possibilità di giocare assieme e la serie Conflict è stata una di quelle che ci ha accompagnato tanto quando eravamo più piccoli e che abbiamo completamente ripreso in mano in queste vacanze natalizie.

 

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Noi due abbiamo avuto la fortuna di mettere mano solo a: Conflict Desert Storm 1, Desert Storm 2 e Vietnam, tre giochi molto simili tra loro che cambiavano principalmente solo la guerra che veniva ricreata a schermo ma rigiocandoci oggi con un occhio più attento ho notato dei cambiamenti epocali, non solo nel grande salto qualitativo fatto con l'episodio in Vietnam, con un up grade sotto l'aspetto visivo, audio e di comandi.

 

Anche in termini di storia che viene raccontata con una caratterizzazione che raggiunge ottimi livelli su quest'ultimo: Sostanzialmente in tutti i tre i giochi una squadra di 4 soldati speciali viene mandato in giro per mille peripezie, ogni singolo soldato avrà la sua categorizzazione di base che li farà avere un kit iniziale ben delineato e con un alternarsi di armamenti durante il corso della storia. 

 

Le missioni dei primi due giochi com'è facile evincere dal nome ci porteranno ad immergerci all'interno degli scenari della guerra del Golfo e se le missioni saranno un alternarsi di situazioni in cui dovremmo andare di città in città ad eliminare le truppe irachene o a distruggere mezzi corazzati, per il terzo le cose si fanno ben diverse perchè ci troveremo di fronte a situazioni brutali in cui la guerra cambierà i personaggi sullo schermo e ci verranno proposte alcune missione atte a ricreare alcune delle battaglie più importanti del conflitto.

 

 

La bellezza del retro gaming sta proprio nel rendersi conto che vecchi videogiochi, sono opere d'arte che purtroppo col passare del tempo verranno dimenticate, come la consuetudine di avere modalità cooperative in split screen sempre  meno adoperata ed ormai in disuso.

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