28 Years Later: Il film di Danny Boyle girato con un iPhone 15 Pro

Arriva a giugno 2025 il nuovo film di Danny Boyle 28 Years Later, in parte girato con un IPhone 15 Pro Max.

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CREDITI: Dreamstime

L'industria cinematografica non smette mai di sorprenderci con innovazioni e tecniche all'avanguardia. Un esempio recente è 28 Years Later, il terzo capitolo della famosa trilogia di zombie diretta da Danny Boyle, che ha introdotto un elemento inedito nel mondo delle produzioni cinematografiche di grande budget: il film è stato girato in parte con un iPhone 15 Pro. Sebbene l'idea di realizzare un blockbuster con uno smartphone possa sembrare inverosimile, la tecnologia moderna continua a dimostrare che i confini tra il professionale e il consumer si stanno sempre più assottigliando.

Come è stato girato 28 Years Later

28 Years Later, in uscita nel giugno 2025, si prepara a diventare uno dei film più attesi della prossima estate, non solo per la sua trama coinvolgente e il ritorno dell'iconico universo degli zombie creato da Boyle, ma anche per la sua produzione innovativa. Il film, con un budget di 75 milioni di dollari, è il più grande progetto mai girato con un iPhone, aprendo nuove possibilità per l'industria cinematografica.

 

 

Girato principalmente durante l'estate del 2024, il film ha utilizzato numerosi iPhone 15 Pro adattati per creare un'esperienza visiva che combina la qualità cinematografica con l'agilità tecnologica di uno smartphone. Questo non è il primo tentativo di girare film con iPhone: in passato, titoli come Tangerine di Sean Baker e Unsane di Steven Soderbergh hanno utilizzato smartphone, ma si trattava di progetti indipendenti e a basso budget. Al contrario, 28 Years Later è una produzione di Hollywood su larga scala, il che rende l'utilizzo dell'iPhone 15 Pro un fatto decisamente rivoluzionario.

Un cast stellare per il ritorno della trilogia zombie

Oltre alla scelta innovativa di girare con uno smartphone, 28 Years Later si distingue anche per il suo cast eccezionale. Tra i protagonisti figurano Jodie Comer (celebre per la serie Killing Eve), Aaron Taylor-Johnson (prossimo candidato al ruolo di James Bond) e il leggendario Ralph Fiennes. Questi attori di primo piano promettono di offrire performance mozzafiato in un film che mira a ridefinire il genere horror con la stessa forza del suo predecessore.

 

Dalla telecamera digitale alla rivoluzione dello smartphone

Non è la prima volta che Danny Boyle si avventura in territori tecnologici inesplorati per le sue produzioni. Il primo capitolo della trilogia, 28 Days Later (2002), venne girato con una Canon XL-1, una telecamera digitale pionieristica per l'epoca, che permise a Boyle di catturare un'estetica sporca e grezza, in linea con la narrazione apocalittica del film. Questa scelta fu considerata audace, ma portò a un risultato memorabile che cambiò per sempre il modo in cui gli zombie venivano rappresentati al cinema. Se prima erano creature lente e goffe, con 28 Days Later vennero mostrati come esseri spaventosi, veloci e letali.

 

 

Nel 2007, Boyle tornò con 28 Weeks Later, diretto da Juan Carlos Fresnadillo, che ampliò ulteriormente l'universo apocalittico e introdusse nuovi personaggi e situazioni di sopravvivenza estreme.

 

Con il terzo capitolo, 28 Years Later, Boyle non solo riporta gli zombie sul grande schermo, ma alza nuovamente l'asticella delle aspettative tecniche. Utilizzando l'iPhone 15 Pro, il regista combina le potenzialità di uno smartphone con quelle della cinematografia tradizionale, creando un connubio inedito tra passato e futuro.


28 Years Later non è solo il ritorno attesissimo di una trilogia che ha definito il genere zombie, ma rappresenta anche una svolta tecnica per l'industria cinematografica. Con la scelta di girare in parte con un iPhone 15 Pro, Danny Boyle continua a dimostrare che la tecnologia moderna può spingersi oltre i confini tradizionali della produzione cinematografica. Non resta che attendere giugno 2025 per vedere come queste innovazioni si tradurranno sul grande schermo, ma una cosa è certa: il futuro del cinema potrebbe essere molto più accessibile di quanto avessimo mai immaginato.

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