L’essere umano è più vicino all’imperfezione che alla perfezione; è la premessa di Rita Levi - Montalcini scelta per la traccia d’esame 2024
Nella ricerca scientifica quanto nella vita, la perfezione dovrebbe aggirarsi nei confini dell’aspirazione e dell’ideale invece di proporsi come un’assillante esigenza. Lo sa bene Rita Levi - Montalcini che nel suo “Elogio dell’imperfezione” affronta il tema con lucidità e serenità. Noi, d’altro canto, intrappolati nella società della performance, facciamo audizioni con noi stessi come se dovessimo costantemente entrare a far parte dei 7. Ma, lo sappiamo, Patriota è più vicino alla caduta di quanto sembri. Dietro i filtri dei social, quando le ombre si fanno fitte, emerge la verità di Levi- Montalcini: siamo imperfetti, siamo umani. E va bene così.
Perfetto, talmente perfetto da non sembrare umano. E, in effetti, Patriota di umano ha ben poco. Il leader dei 7 trionfa sui social media della Vaught, altissimo, biondissimo e con gli occhi laser. Si lega a Strormfront che in maniera poco sorprendente si rivela essere una nazista che elegge Patriota a suo compagno proprio perché simbolo di quella perfezione estetica che tanto ossessionava i nazisti. I social media diventano il megafono dell’inganno, la Vaught, l’azienda che “produce i super” li promuove come ideale irraggiungibile da guardare da basso, i super, tra selfie e dirette orchestrate ad hoc per apparire umili e umani seppur eccezionali, conquistano le masse. Ma cosa si cela dietro filtri e copioni? Nulla, a parte la finzione e quel male che corrode le società.
Il business model della Vaught lo conosciamo bene, arriva nel mondo del fumetto e delle serie tv come monito ma è già ben presente e ben radicato nelle nostre società. La persona, il personaggio, la star o la celebrities sono il prodotto, il vero prodotto più che gli oggetti che promuovono. La star deve essere performante nel mantenere uno standard altissimo di apparenza perfetta e capacità impeccabili ma, quando a Rita Levi - Montalcini, fu chiesta la stessa cosa, lo stesso sterile sguardo sulla realtà, lei ebbe il coraggio di dire no.
"Senza seguire un piano prestabilito, ma guidata di volta in volta dalle mie inclinazioni e dal caso, ho tentato di conciliare due aspirazioni inconciliabili, secondo il grande poeta Yeats; “Perfection of the life, or of the work”. Così facendo, e secondo le sue predizioni, ho realizzato quella che si può definire “imperfection of the life and of the work”. Il fatto che l’attività svolta in modo così imperfetto sia stata e sia tuttora per me fonte inesauribile di gioia mi fa ritenere che l’imperfezione nell’eseguire il compito che ci siamo prefissi, o ci è stato assegnato, sia più consona alla natura umana così imperfetta che non la perfezione. Considerando in retrospettiva il mio lungo percorso, quello di coetanei e colleghi e delle giovani reclute che si sono affiancate a noi, credo di poter affermare che nella ricerca scientifica né il grado di intelligenza né la capacità di eseguire e portare a termine con esattezza il compito intrapreso siano i fattori essenziali per la riuscita e la soddisfazione personale. Nell’una e nell’altra contano maggiormente la totale dedizione e il chiudere gli occhi davanti alle difficoltà: in tal modo possiamo affrontare problemi che altri, più critici e acuti, non affronterebbero"
Proprio come Rita Levi- Montalcini intuisce e ci insegna ben prima delle serie tv, anche in The Boys ci sono personaggi che, seppur inseriti nello stesso contesto di tutti e, come tutti sono vittime della stessa propagande che chiede all’uomo di essere sempre meno umano, hanno il coraggio di dire no. È il caso di Starlight alias Annie January e Hughie Campbell. La prima, la super eroina, la ragazza della porta accanto costretta dalla madre e rispecchiare gli standard di bellezza - magrezza eccessiva, capelli sempre perfetti, sorriso smagliante - che, sopraffatta dalla verità dietro la finzione della perfezione, quando scopre il male che si cela dietro l’eroismo di Patriota, si ribella, smette i panni dell’eroina e si presenta al mondo come Annie January, eccezionale sì, ma umana, vera. Lui, Hughie, di eccezionale sembra non avere nulla tranne il suo coraggio e la determinazione che lo spingono a combattere, letteralmente, un sistema corrotto che punta a negare la natura stessa delle persone. e, mentre nel corso degli episodi assistiamo ad una costante perdita di fiducia, Hughie si sente sempre meno rispetto ad altri, è proprio la sua indole, la sua natura imperfetta, il cuore di The Boys. E, come direbbe De Andrè, in direzione ostinata e contraria, questi due personaggi, nati metaforicamente dalla sincerità e dallo sguardo di Rita Levi - Montalcini, ci restituiscono la speranza che tutto si può cambiare e anche il più piccolo, imperfetto essere umano, può fare la differenza.
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