Il nuovo motore di gioco è in grado di riprodurre fedelmente Doom, il celebre sparatutto in prima persona sviluppato da id Software nel 1993
Abbiamo già visto, incontrato e familiarizzato con alcuni modelli di intelligenza artificiale capaci di generare testi, immagini e persino lunghi video. Ma che dire della creazione di videogiochi effettivamente giocabili? È proprio quello che un gruppo di ricercatori di Google Research e dell'Università di Tel Aviv è riuscito a ottenere con l'impressionante GameNGen, descritto come “il primo motore di gioco interamente alimentato da un modello neurale che consente l'interazione in tempo reale con un ambiente complesso su lunghe traiettorie ad alta qualità”. Si tratta, in altre parole, di un nuovo incredibile modello IA che funziona in tutto e per tutto come un motore di gioco.
GameNGen - come si può vedere nel corrispettivo video pubblicato su YouTube e diffuso su X - è in grado di simulare fedelmente l'originale Doom del 1993 a oltre 20 fotogrammi al secondo, consentendo l'interazione in tempo reale.
Come spiega il team dietro il nuovo progetto di intelligenza artificiale, il primo passo consiste nell'addestrare un agente di apprendimento per rinforzo (o reinforcement learning) a giocare. Le sessioni di allenamento vengono registrate e tali registrazioni vengono poi utilizzate per addestrare un modello di diffusione in grado di prevedere il fotogramma successivo in base ai fotogrammi e alle azioni precedenti.
Di conseguenza, il Doom generato dall'intelligenza artificiale è in grado di eseguire aggiornamenti complessi dello stato di gioco, come tenere traccia della salute e delle munizioni, attaccare i nemici e aprire le porte.
In sostanza, il modello di intelligenza artificiale è stato indotto a riprodurre con fedeltà ciò che mostra nello schermo il titolo originale del 1993, mediante la valutazione di possibili variabili. Il team ritiene che GameNGen “risponda a una delle domande importanti sulla strada verso un nuovo paradigma per i motori di gioco, in cui i giochi sono generati automaticamente”.
La riproduzione dello storico e sopracitato FPS del 1993, per quanto estremamente valida e accurata, porta con sé anche una serie di evidenti problemi, come proiettili, nemici e oggetti vari che sembrano scomparire o apparire dal nulla. Fattore che attesta come l’IA abbia ancora qualche difficoltà a ricreare in autonomia videogiochi di questo tipo.
Pertanto, per quanto il progetto sia oggettivamente impressionante, Jim Fan, senior research manager dell'azienda tecnologica Nvidia, ha condiviso alcuni importanti avvertimenti su X. Lo stesso spiega come GameNGen sia più simile a un campo di radianza neurale (NeRF), ovvero una rete neurale in grado di ricostruire scene tridimensionali complesse da un insieme parziale di immagini bidimensionali. In quanto tale, il motore di gioco non potrebbe creare nuove scene interamente da solo. In altre parole, non è possibile utilizzare GameNGen per generare nuovi livelli per Doom. O perlomeno non allo stato attuale.
“Oggi i videogiochi sono programmati dagli esseri umani”, affermano i ricercatori nella sintesi del loro documento scientifico. “GameNGen è un proof-of-concept di una parte di un nuovo paradigma in cui i giochi sono pesi di un modello neurale, non linee di codice”.
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