Siamo abituati ad associare Cannes al festival del cinema ma la città è anche patria del gaming e a dimostrarlo ci pensa Lea
Si chiama Festival International des Jeux de Cannes e, per chi non lo sapesse, è la principale manifestazione dedicata al gaming in Francia. Proprio come il Festival del Cinema, l'evento si svolge a Cannes con giusto qualche mese di anticipo. Il festival dei giochi dà agli appassionati la possibilità di incontrare autori, illustratori, sviluppatori e star del mondo del gaming ma è a maggio che la città di Cannes si accende grazie ai riflettori puntati sul cinema d’autore internazionale.
Quando il festival prende il via, gli occhi sono tutti puntati sulla parata di star che calca il tappeto rosso e, quest’anno, ad inaugurare la celebre passerella della croisette è stata Lea Seydoux. L'attrice torna ancora una volta al fianco di Louis Garrel nel film The second Act la cui trama ruota attorno al personaggio di Florence, interpretata proprio dalla Seydoux. Per la star, ormai veterana del Festival, la fama internazionale arriva con la partecipazione alla saga di 007 al fianco di Daniel Craig nei film Spectre e No Time to Die, la dell'addio di Daniel Craig al personaggio di James Bond mentre Lea trionfa nei panni di Madeleine Swann, la donna, l’unica dopo Vesper Lynd, a far innamorare - davvero - la spia.
Lea Seydoux è una stella del cinema certo ma anche dei videogame e, com'è suo solito, ha scelto la migliore delle collaborazioni possibili per entrare nel mondo videoludico, quella con Hideo Kojima. Lea è infatti il volto di Fragile, protagonista di Death Stranding e, in occasione del drop della director’s cut del videogame, l’attrice ha parlato del suo ruolo e dell’esperienza vissuta con Kojima.
“Per Léa Seydoux, l'esperienza di interpretare Fragile ha cambiato la vita ed è deliziata dall'odissea intrapresa dal suo personaggio. Seydoux sostiene che la profondità della storia di Fragile si presta più alla letteratura o alla poesia di quanto ci si aspetterebbe dai giochi. Sostiene che i personaggi poliedrici di Kojima come Fragile agiscono come una metafora poetica dei nostri tempi; il nostro mondo fragile e mutevole. In questa intervista, Seydoux, spiega come DEATH STRANDING DIRECTOR'S CUT non sia solo un videogioco ma una nuova forma d'arte”.
Quando Lea ha incontrato Kojima conosceva a malapena il mondo del gaming, ecco perché, per lavorare a Death Stranding, l’attrice ha avuto bisogno di approfondire le sue conoscenze dei videogame assieme ad un coach americano che l’ha aiutata a comprenderne i tecnicismi e le sfumature. Per fortuna ha scoperto che recitare per il cinema e recitare per i videogame non è molto diverso:
“Mi è piaciuto interpretare Fragile perché, come personaggio, ha una vulnerabilità e una fragilità che richiedono una risposta altamente emotiva, ma allo stesso tempo sottile. Il lavoro (su Death Stranding) è stato davvero innovativo e in anticipo sui tempi. Vedo un futuro comune per film e videogiochi in questa sorta di forma mista. Mi piace anche essere dove non ti aspetti, nel mondo del gaming”
Il sequel del videogame di successo è previsto per il prossimo anno, probabilmente a metà 2025 e vedrà il ritorno di numerosi personaggi dal primo capitolo del gioco, incluso Fragile. Novità del sequel dal titolo Death Stranding 2: On the Beach è la partecipazione di Norman Reedus, star di The walking dead con cui il genio dei videogame ha discusso sequenze e storyline del gioco. Solo la settimana scorsa l’attore era in visita a Tokyo e, secondo quanto trapelato, pare che Kojima production si stia preparando al drop di un nuovo trailer di Death stranding 2 e che il gioco potrebbe essere presentato in anteprima già quest’estate.
Intanto Kojima Production e Disney+ hanno portato sulla piattaforma di streaming, purtroppo non ancora in Italia, il documentario Connecting World dedicato proprio all’universo di Death Stranding.
“Il nostro film è una celebrazione di Death Stranding e dei videogiochi come forma d’arte. Volevamo davvero catturare il processo di pensiero e la filosofia di Kojima-san dietro il gioco più di ogni altra cosa. Il modo in cui le influenze culturali e le esperienze di vita giocano un ruolo chiave nei temi del suo lavoro e nella sua visione creativa, non solo per Death Stranding, ma anche per il suo studio”
Il film vede il contributo di artisti come George Miller, Guillermo del Toro, Nicholas Winding Refn, Grimes, Norman Reedus, Woodkid, Chvrches per approfondire il valore dei videogame non solo come strumento di intrattenimento ma come vera e propria forma d’arte.
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