L’attore si conferma un interprete camaleontico, ma cosa nasconde in House of the Dragon?
Tutti amano Daemon Targaryen così come tutti detestano Criston Cole, eppure i due attori, fuori dal set, sono grandi amici e spesso, durante le interviste, sono soliti ironizzare sui loro ruoli. Chi potrebbe mai sconfiggere il temibile Daemon in sella al suo drago Caraxes? Solo una persona, e non è chi pensate.
L’attore britannico è diventato noto al grande pubblico interpretando il ruolo del Principe Filippo nella serie tv Netflix The Crown, show di cui ha condiviso il set con la collega Eve Best, Wallis Simpson in The Crown e Rhaenys Targaryen in House of the Dragon. Filippo è il Principe ribelle, è lo stratega dietro la celebre cerimonia di incoronazione di Elisabetta II, sua moglie e regina. Un parallelismo che difficilmente i fan di HOTD possono non notare. A quanto pare, a Matt Smith piace interpretare il ruolo dello stratega, del calcolatore, dell’ombra alle spalle della donna di potere.
Accade nella serie dedicata alla vita e alla storia della royal family britannica e accade nella casa del Drago in cui Smith, nei panni di Daemon Targaryen, diventa il grande architetto della guerra contro i verdi e stratega nella royal house guidata da sua moglie Rhaenyra. Ma c’è di più. Smith ha interpretato dal 2010 al 2014 l’undicesimo dottore in Doctor Who oltre a prendere parte al film di Star wars: l’Ascesa di Skywalker. Smith ha anche recitato al fianco di Emilia Clarke in Terminator e, proprio la giovane attrice e interprete di Daenerys Targaryen, avrebbe dato al collega alcuni consigli, tra cui quello di prepararsi ad indossare la tipica parrucca dei Targaryen.
“Ne ho parlato con Emilia e lei mi ha detto: ‘Dio, devo passare un’ora e mezza ogni giorno a mettermi la parrucca, ed è stancante.’ Ma sembra davvero figo, quindi ne vale la pena“.
Insomma Matt Smith, come i suoi personaggi, non smette mai di sorprenderci. Nella serie attualmente in onda su Sky e Now, House of the Dragon, Smith sta però dando adito ad una serie discretamente ricca di teorie sul suo personaggio. La più recente vede Daemon segretamente innamorato della madre, portando l’incesto, già ampiamente sdoganato in casa Targaryen, ad un livello fino ad ora mai visto nemmeno in Got.
Spoiler Alert.
Nella quinta puntata della seconda stagione di HOTD, approfondiamo maggiormente le origini e la storia di Daemon. Nello specifico, il re consorte, ha delle visioni durante ll quinto episodio, visioni di una donna che si rivelerà essere sua madre.
“Tu sei sempre stato il più forte. Lo spadaccino più abile. Il cavaliere di drago più indomito. Viserys non era fatto per la corona, ma tu, Daemon, eri fatto per indossarla. Se solo fossi nato per primo”.
Le visioni, come anticipato, hanno lasciato intendere ai fan un rapporto incestuoso tra Daemon e sua madre ma anche la giustificazione delle sua azioni all’interno della serie. Come il tentativo di conquistare Approdo del Re, solo per se stesso, e non per la moglie e regina, Rhaenyra. La teoria più bizzarra vede invece il principe ribelle come futuro Re della Notte, il perfido villain di Games Of Thrones.
Nella serie originale sappiamo dai racconti che il Re della Notte, come tutti gli estranei, era stato un uomo un tempo. Non conosciamo lka sua identità e non sappiamo quanto tempo prima era umano. Quel che sappiamo è che ha come obiettivo la distruzione di tutti gli esseri umani del continente. Gli indizi trovati dai fan a conferma della teoria sarebbero il gilet borchiato che Daemon indossa nello spin-off e la lunga chioma bianca del Re della Notte. Altro elemento a supporto, la morte di Daemon nei libri: il principe viene ucciso in battaglia ma il suo corpo non viene mai ritrovato.
A quel punto, i figli della foresta sarebbero intervenuto per trasformare il Targaryen in un estraneo. Questa teoria, non del tutto perfetta a dire il vero - vediamo molto del Re della Notte e sappiamo che la sua storia inizia 12mila anni prima di Got - lascia spazio anche ad una sostituzione: il Night King non è Daemon bensì Aemond. Perché? solo perché è ancora più cattivo. e va bene così.
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