1977 Radio Aut: con questo videogioco, ricordiamo l’anniversario della morte di Peppino impastato, ucciso dalla mafia

Ci ha insegnato a non avere paura della verità e che la mafia non è onnipotente. Peppino Impastato è stato ucciso ma la sua battaglia non può essere fermata.

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Oggi è una giornata della memoria, diversa da quelle a cui siamo abituati. Non è una festa, non si celebra nulla se non il coraggio di un uomo. Il suo nome era Giuseppe “Peppino” Impastato e, dai microfoni della sua Radio Aut, ci ha insegnato come sconfiggere la mafia: non avendo paura.

Peppino impastato e il silenzio che uccide

Peppino nasce a Cinisi, un paesino della provincia di Palermo nel 1948 da una famiglia legata alla mafia. Non alla mafia così, per modo di dire,  ma proprio a Cosa Nostra. Suo padre era stato spedito direttamente al confino proprio per i suoi legami con l’associazione mafiosa ma, all’interno della famiglia Impastato, tutti erano direttamente o indirettamente criminali. Non se ne conosce l'origine precisa, se fu dovuto alla ritrosia della madre, all’educazione e ai valori che ella diede al figlio ma, fin da piccolissimo, Peppino interruppe ogni rapporto con il padre per il suo coinvolgimento con Cosa Nostra. Da quel momento in poi la lotta di Peppino Impastato alla mafia procede senza sosta e con un coraggio tale da consentirgli di fondare il suo primo giornale: l’Idea Socialista.

 

“Io voglio scrivere che la mafia è una montagna di merda! Noi ci dobbiamo ribellare. Prima che sia troppo tardi! Prima di abituarci alle loro facce! Prima di non accorgerci più di niente!“

 

Impastato scriveva, parlava, urlava contro la mafia ma intorno, il vuoto e il silenzio sembravano sempre più forti. E così Peppino si rifugiò nella politica, nella cultura, le armi principali contro i metodi violenti e le minacce della mafia. Dai microfoni della sua radio, Radio Aut, Peppino Impastato denunciò i crimini e le attività della mafia chiamando per nome tutte le persone coinvolte. Primo fra tutti il boss Gaetano Badalamenti, capo della cosca di Cinisi che sarà poi condannato negli Stati Uniti per il caso Pizza connection, un giro di affari legato al traffico di droga per milioni di dollari denunciato proprio da Radio Aut. 

 

Ma impastato non era solo un uomo di cultura, non era solo un ribelle coraggioso innamorato della giustizia. Peppino credeva nello Stato con la maiuscola, nella Democrazia e così, tentò una candidatura con la lista Democrazia Proletaria ma, l’esito delle elezioni non arrivò mai. Il 9 maggio Peppino fu ucciso e il mandante fu Gaetano Badalamenti.

Peppino Impastato, la morte e l’eredità

Prima si pensò a un attentato, poi ad un incidente, un suicidio. Ma la famiglia, la madre e il fratello Giovanno ne erano certi: la mafia era la sola responsabile della morte di Peppino.

 

“Il grande capo, Tano seduto, si aggira come uno sparviero nella piazza”

 

Badalamenti verrà condannato ma la mafia continuerà indisturbata ad agire in Sicilia. Ma la vita di Peppino più della sua morte hanno generato nel Paese un’eco dale da ispirare tanti, tantissimi a seguire il suo esempio e a trasformare la sua storia in un ideale da seguire, un progetto da condividere.

 

"Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà. All’esistenza di orrendi palazzi sorti all’improvviso, con tutto il loro squallore, da operazioni speculative, ci si abitua con pronta facilità, si mettono le tendine alle finestre, le piante nel davanzale, e presto ci si dimentica di come erano quei luoghi prima, ed ogni cosa, per il solo fatto che è così, pare dover essere così da sempre e per sempre. È per questo che bisognerebbe educare la gente alla bellezza: perché in uomini e donne non si insinui più l’abitudine e la rassegnazione a rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore".

 

Impastato: dai 100 passi al videogame

Alex Camilleri, game designer palermitano, ha progettato un videogame per raccontare la vita di Impastato e lo ha chiamato 1977 Radio Aut. Camilleri ha raccontato a Palermo Today che “Ho sempre desiderato fare qualcosa su Peppino Impastato, così il collegamento con Radio Aut è stato immediato. Avevo voglia di trasmettere parte della cultura e della storia della Sicilia all’estero, dove non si sa praticamente nulla di mafia”. E così, nei panni dell’eroe della lotta a tutte le mafie, il giocatore potrà entrare nel vivo della saga familiare della famiglia Impastato fino, alla tragica morte di Peppino ad opera del Boss Badalamenti.

Nel 2000 il regista Marco Tullio Giordana scelse di raccontare attraverso un film, la storia di Peppino Impastato. Il titolo I 100 passi è un riferimento ai passi che bisogna percorrere da casa Impastato, nel film interpretato da Luigi Lo Cascio,  a quella di Gaetano Badalamenti a Cinisi e, oltre a dare il nome alla pellicola di Giordana, appaiono anche nella canzone omonima del gruppo Modena City Rambles:

 

Nato nella terra dei vespri e degli aranci, tra Cinisi e Palermo parlava alla sua radio,

negli occhi si leggeva la voglia di cambiare, la voglia di giustizia che lo portò a lottare.

Aveva un cognome ingombrante e rispettato, di certo in quell'ambiente da lui poco onorato;

si sa come si nasce ma non come si muore, e non se un ideale ti porterà dolore”.

 

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